ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi anni, in linea di massima dal 2023 ad oggi, si sono intensificate le iniziative strategie a livello economico, diplomatico e militare dell’Italia per promuovere la propria presenza e le proprie capacità nella regione Indo-Pacifica, ritenuta un’area decisiva per gli equilibri politici mondiali, al fine di afforzare la cooperazione con i partner e sostenere il Sistema Paese.
In questa area, infatti, l’Italia è stata recentemente impegnata (per esempio con le missioni di Marina e Aeronautica, fino al giro del Mondo di nave Vespucci, della campagna operativa del Carrier Strike Group con la portaerei Cavour, dei tour dei pattugliatori Morosini e Montecuccoli e, attualmente, della fregata Marceglia) nella realizzazione di attività in diversi ambiti che coincidono con le “sette” priorità della Strategia dell’Unione europea per la cooperazione nell’indo-pacifico che include “Prosperità sostenibile e inclusiva; Transizione verde; Governance degli oceani; Partenariati digitali e tecnologici; Connettività; Sicurezza e difesa; Sicurezza umana“.
Le risultanze delle attività e, conseguentemente le linee strategiche da seguire, sono state raccolte nel Documento finale dell’Indagine conoscitiva “sulle tematiche relative alla proiezione dell’Italia e dei Paesi europei nell’indo-pacifico” realizzato da un comitato dedicato della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati presieduto dal vice presidente della stessa Commissione, Paolo Formentini.
Il documento, che delinea una visione strategica fondata su presenza costante, rafforzamento delle alleanze e integrazione economico-industriale, è stato approvato il 12 marzo scorso dopo oltre 40 audizioni e un lavoro di approfondimento durato circa un anno e mezzo che segna l’avvio di una riflessione politica più ampia sulla necessità per l’Italia di dotarsi di una strategia rivolta ad un’area di non usuale orbitazione per europei e in particolare per gli italiani più concentrati agli affari degli assi euroatlantici, euromediterranei ed euroafricani, ma che, invece, merita attenzione in quanto produce il 60% del Pil mondiale e soprattutto alla luce della decisione di Trump di allargare gli orizzonti al di là dell’Europa e del Mar Mediterraneo, oggi in cui si parla di “un mondo in cui la globalizzazione è entrata in crisi ma che è ancora globale“, come ha sottolineato Giulio Tremonti, presidente della III Commissione Affari esteri e comunitari della Camera, alla presentazione dell’indagine.
Il documento conclusivo parla di una strada italo-europea rispetto a una strategia indo-pacifica con alcune specificità italiane, in particolare sul corridoio cosiddetto Imec, sul Mar Rosso, e sul Mediterraneo come porta di entrata dell’Asia in Europa. Un discorso riguardante l’Indo-Pacifico non può non tenere conto della Cina, delle sue mosse per espandersi nel mondo. Due le conclusioni principali cui è arrivata l’indagine: l’istituzione della figura di un inviato e la definizione di una strategia per l’Indo-Pacifico da parte dell’Italia.
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