L’ITALIA CONTINUA A INVECCHIARE

ROMA (ITALPRESS) – A livello mondiale l’Italia contende al Giappone il record di invecchiamento: 165 persone di 65 anni e più ogni 100 giovani con meno di 15 anni al 1° gennaio 2017. Gli scenari previsivi indicano con un’elevata probabilità (78%) che la popolazione residente al 2050 risulterà inferiore a quella odierna, scendendo da 60,4 milioni al 1° gennaio 2019 a 60,3 milioni nel 2030. Negli anni successivi, il calo sarebbe più accentuato (58,2 milioni la popolazione nel 2050), con una perdita complessiva di 2,2 milioni di residenti rispetto ad oggi. E' quanto emerge dal Rapporto annuale 2019 dell'Istat che sottolinea come la popolazione in età attiva subirà un’intensa riduzione della forza lavoro potenziale. Nel 2050, infatti, la quota dei 15-64enni potrà scendere al 54,2% del totale, circa 10 punti percentuali in meno rispetto a oggi. Si tratta di oltre 6 milioni di persone in meno nella popolazione in età da lavoro. L’Italia sarebbe così tra i pochi paesi al mondo a sperimentare una significativa riduzione della popolazione in età lavorativa.

L’aumento della vita media determina l’incremento dei cosiddetti “grandi anziani”. Al 1° gennaio 2019 si stimano circa 2,2 milioni di individui di età pari o superiore agli 85 anni, il 3,6% del totale della popolazione residente (15,6% della popolazione di 65 anni e oltre). L’Italia, insieme alla Francia, detiene il record europeo del numero di ultracentenari, quasi 15 mila.

Nel 2018 si stima che gli uomini possano contare su una vita media di 80,8 anni e le donne di 85,2 anni. Nel tempo i vantaggi di sopravvivenza delle donne rispetto agli uomini si sono ridotti: il differenziale osservato ha raggiunto 4,4 anni, quasi un anno in meno rispetto a dieci anni prima, a testimonianza dei maggiori guadagni registrati per gli uomini.

(ITALPRESS).

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