L’Inter consolida, Juventus travolta

L’Inter vincente a Bergamo consolida il primato e chiude una domenica bella come un tempo. Parlerò del campionato ma mi preme soprattutto aprire il discorso con il fatto del giorno: il ko della Juve. Non è una intercettazione. Non è una pubblica dichiarazione. E’ un mormorio ch’è cresciuto a grido intorno a Andrea Agnelli dopo le voci diffuse in settimana:” Ridatemi la Juventus”. Non è che lui sia esente da colpe della crisi juventina cominciata…in tribunale; ma dopo Firenze – il clou di uno psicodramma inarrestabile – la Juve è travolta da ciò che in altri tempi l’ha solo sfiorata: il ridicolo. Il tre a zero dei Viola propone fra l’altro una riflessione non bislacca: anche a me – come mi avvertono lettori tifosi – è parso vedere una squadra impegnata a scaricare l’allenatore. Motta non ha mai ricevuto solidarietà concreta dai suoi che – come in una vicenda sindacale – hanno mal digerito il “licenziamento” di Chiesa e Rabiot, lo stalking riservato a Vlahovic e la distruzione del prezioso Yildiz. Dedico il pensiero a quelli che fino a pochi giorni fa vedevano una Juve da scudetto e ne confermo un altro: se una squadra così finisce in Champions è segno che il nostro campionato è povero.
La lezione di Ancelotti da Madrid è a volte mortificante, anche quando autorevolmente contesta i massacranti turni di gioco pur accettando felice di essere ai vertici della Spagna, dell’Europa e del Mondo. In fondo, in Italia lo imita solo Simone Inzaghi, aspirante al Triplete se non al Quadriplete. L’Inter della Stella, il Real di Mbappè e il PSG di Donnarumma possono ancora continuare la corsa ai quattro trofei, Campionato, Champions League, Coppa nazionale e Mondiale per Club. Alla faccia di chi diceva – e dice ancora – che il Napoli ha il vantaggio di pensare solo al campionato. Come se non si conoscesse la psicologia dei calciatori. Quelli di Conte stanno a Castel Volturno e gli avversari li vedono in tivù mentre giostrano in Europa. Un grande lavoro – encomiabile ma faticoso – e un’assenza di grandi stimoli fanno Venezia. E intanto l’Inter, dopo una partita massacrante con l’Atalanta – vinta con i gol di Carlos Augusto al 54′ e dell’implacabile Lautaro all’87 proprio mentre la Dea tentava il miracolo – va a più 3 raggelando gli avversari. Nessuno dirà mai che Simone è un mago, anche a Milano lo accolsero con sufficienza, anzi dubitando delle sue capacità (“non è da Inter” è la battuta preferita dei bauscia); eppure ha dato una lezione al Maestro Gasperini, a parità di forze, esibendo una difesa all’antica e attaccanti instancabili, pericolosi. E abbonati, come il Toro. Comunque l’Atalanta resta lì, terza, pericolosa. E si fa sotto cantando – ma questa è un’altra storia – l’irresistibile e simpatico Bologna di Italiano. C’è chi avverte ironicamente: dopo Motta la Juve porterà via al Bologna anche don Vincenzo. Io penso, invece, che a Torino abbiano capito la Parabola di Maifredi che inutilmente gli ho recitato un anno fa.

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