L’informazione secondo Giuseppe Brindisi “Lo spettatore comanda sempre”

MILANO (ITALPRESS) – “Gli argomenti ce li regalano la cronaca e l’attualità. Noi siamo attenti a quello che accade e a quello che ci arriva come richieste da parte del pubblico dagli ascolti della settimana precedente, e così prepariamo la scaletta. Ogni programma si rivolge a una fascia di pubblico a seconda dell’ora, ci sono diversi parametri, ma qualsiasi programma deve incontrare le esigenze di chi è a casa, è il telespettatore che comanda sempre”. Lo ha detto Giuseppe Brindisi, giornalista e conduttore di Zona Bianca su Rete 4, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “A volte mi accorgo che la serata funziona, a volte penso di aver fatto una puntata perfetta e invece gli ascolti non hanno premiato come avremmo voluto – ha spiegato – Ma dipende da diversi fattori, da come sei stato bravo a preparare la puntata, se hai scelto gli argomenti giusti…Devi capire a chi ti stai rivolgendo in quel momento, devi parlare ai telespettatori. L’informazione arriva e determina il successo o meno della trasmissione se riesci a parlare lo stesso linguaggio degli spettatori”.
Tra gli scoop della sua carriera, Brindisi ricorda l’intervista al ministro degli Esteri russo Lavrov, che suscitò reazioni contrastanti: “Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ho intervistato il ministro degli esteri russo Lavrov. Ho ricevuto un bel pò di critiche, ma è stato l’unico vero scoop della guerra, sono molto orgoglioso – ha ammesso – Ha lasciato il segno perchè è stato un colpo giornalistico, mi ha fatto diventare vicedirettore. Mi ha dato molto lustro, ne vado molto fiero”. Un altro argomento controverso nel mondo dell’informazione negli ultimi anni è quello legato al Covid-19 e in particolare ai vaccini, tematica sulla quale Brindisi, con la propria trasmissione, si è schierato subito in modo netto: “Con la nostra trasmissione, che si chiama così perchè è nata durante la pandemia, ci siamo schierati insieme all’azienda a favore della campagna vaccinale – ha rivendicato il conduttore – Gli haters si sono schierati contro e un pò di problemi li ho avuti”.
“La pressione va gestita. La sfoghi magari sui social, ma non devi esagerare perchè sono una macchina di fango che devi provare a non alimentare anche tu non cadendo nello stesso errore – ha sottolineato – Sui social è difficile controllare la veridicità dei fatti, è una terra di nessuno, come su X per volere di Elon Musk. Io col mio pseudonimo posso scrivere qualsiasi cosa, la disinformazione è un grosso problema – ha aggiunto – Quelli della piena pandemia sono stati mesi in cui abbiamo sofferto abbastanza, per fortuna ne siamo usciti molto bene”. E sulla figura del medico, il giornalista è chiaro: “Quando vado da un medico mi tolgo sempre il cappello. E’ una figura che rispetto, se salvi le visite vali più di qualsiasi altro professionista”. Una passione per il giornalismo, quella di Brindisi, che affonda le radici fin dalla tenera età: “A otto anni mio papà mi ha regalato un registratore a cassette, avevo il terrazzo che dava sul campo sportivo, la domenica pomeriggio guardando la partita facevo la radiocronaca dando ai giocatori i nomi dei giocatori di Inter e Milan – ha raccontato Brindisi – Quando mi sono poi innamorato di questo mestiere non pensavo nè di arrivare dove sono arrivato, nè di trovarmi in un mondo completamente diverso. La televisione è già cambiata, sta già cambiando perchè i nuovi media ne deviano il percorso – ha riconosciuto il conduttore – Occorre imparare a conviverci, prima si guardavano le trasmissioni solo da tubo catodico, ora c’è una fruizione su diversi device e cambia anche il modo di lavorare”.
L’intervista dei sogni riguarda proprio il mondo del calcio: “Trump continuo a inseguirlo, magari ci riesco. Con Lavrov mi sono messo abbastanza a posto direi. Io sono milanista, per me il sogno era Rivera – ha concluso Brindisi – Non sono mai riuscito a intervistarlo, chissà se ci riuscirò”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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