Con la “questione migranti”, l’Italia si trova a vivere una situazione sociale piuttosto complessa. In questo articolo non tratteremo il tema da un punto di vista politico ma prettamente socio-culturale. Parleremo dei musulmani in Italia e del multiculturalismo.
Immigrazione
Partiamo da un concetto base iniziando con un’ipotesi inversa. Se tu, Italiano, ti ritrovi a essere “ospite” in un altra nazionalità, dovrai affrontare un grosso numero di difficoltà che vedono l’adattamento forzato in un altro contesto socio-culturale. Ti ritroverai in un paese dove non parlano la tua lingua, non hanno le tue usanze, non hanno le tue ideologie e praticano un’altra religione.
Tu, immigrato, hai sostanzialmente tre scelte:
- Dimenticare le tue origini e abbracciare quelle del paese ospitante
- Conservare le tue origini e le tue usanze ma integrarti ugualmente nella cultura del paese ospitante (multiculturalismo)
- Puoi isolarti, conservando le tue origini e vivendo da emarginato (emarginazione dello straniero)
Un esempio ben riuscito di multiculturalismo lo troviamo a Londra, dove vi sono interi quartieri multietnici e dove gli inglesi rappresentano una minoranza. L’economia londinese è fiorente, l’identità britannica non ha subito alcun colpo e gli stranieri sono riusciti a integrarsi senza rinnegare le proprie origini.
Quando si parla di Islamismo e di musulmani, per noi italiani diventa ostico ipotizzare un’integrazione. La religione musulmana ha regole ben precise, la domanda è unica, queste si possono integrare con il mondo del lavoro nel nostro paese? Sì, è possibile, ma non senza l’appoggio delle istituzioni e senza una coordinazione capillare.
Musulmani in Italia
I musulmani in Italia sono una realtà concreta e ben radicata. L’islam in Italia rappresenta la seconda religione più diffusa, dopo il cristianesimo. L’intensa densità dei musulmani in Italia è legata principalmente ai fenomeni dell’immigrazione da paesi nel mondo a maggioranza musulmana.
Quanti musulmani ci sono in Italia?
Fare una stima dei musulmani in Italia è molto difficile. Per la quasi totalità si tratta di musulmani sunniti. Il “Caritas Dossier Immigrazione” del 2007 riporta una stima di circa un milione e duecentomila musulmani, corrispondenti a circa l’1,9%. Un Dossier più aggiornato, del 2011 (Caritas/Migrantes) vedeva un aumento del numero dei musulmani in Italia salito a oltre un milione e mezzo (1.505.000). Stando all’Istituto ISMU (che si occupa proprio di multiculturalismo), i musulmani rappresentano il 2,34% della popolazione italiana.
La percentuale di islamici in Italia è relativamente bassa: non giustifica gli allarmismi che sembrerebbero essere figli di pregiudizi e paure. Si parla di “invasione islamica” ma l’effetto mediatico (perché ne sentiamo spesso parlare in TV) sembra incidere molto su tale percezione.
In più, è importante osservare che contare i fedeli di una religione in un paese ospitante, è un’operazione molto complessa. Ci sono stime molto diverse da quelle che ti abbiamo appena riferito. Per esempio, una stima riferisce la presenza di 2,6 milioni di musulmani in Italia nel 2018, cifra corrispondente al 4,3% della popolazione complessiva. La stessa stima riferisce che solo il 44% di questa fetta, però, ha reale cittadinanza italiana, il 56% della popolazione musulmana in Italia avrebbe cittadinanza straniera.
Anche le stime più elevate, però, ancora non dovrebbero generare allarmismi. Il motivo? In Francia si stimano circa 6 milioni di musulmani. 5 milioni sono i musulmani in Germania e anche in Gran Bretagna si sfiora la stima tedesca contando più di 4 milioni di musulmani (almeno il doppio rispetto la stima più elevata trovata in Italia).
Da dove vengono i musulmani in Italia?
I paesi di origine sono molteplici. I principali sono: Marocco, Albania, Tunisia, Pakistan, Bosnia, Senegal… ma non mancano musulmani bengalesi ed egiziani. Sfruttando i dati Istat, Farbrizio Ciocca, nel suo libro “L’Islam italiano, un’indagine tra religione, identità e islamfobia” afferma che il 56% dei musulmani stranieri in Italia proviene dall’Africa, il 21% dall’Asia e il 23% dalla stessa Europa.
Pregiudizi sui musulmani
I pregiudizi accompagnano ogni popolo e ogni cultura, fanno parte di noi ma talvolta sono esaltati e fomentati dai media. Uno dei problemi che devono affrontare i musulmani in Italia è proprio la “resistenza” e il “pregiudizio” della società occidentale verso la religione islamica.
Ogni pregiudizio si può confrontare con la cultura: una maggiore conoscenza della minoranza etnica oggetto di pregiudizio potrebbe attenuare gli attriti tra italiani e immigrati islamici. Come fa notare la dott.ssa Anna De Simone, in occasione di un convegno sulla Psicologia Sociale organizzato dall’Ass. Giacinto Onlus: i pregiudizi contro i musulmani vengono spesso “giustificati” portando alla luce gli attentati dell’11 settembre ma questo non può costituire l’unica base ferma della forte ostilità verso questa minoranza etnica.
Nella metà del secolo scorso, un uomo della dottrina cattolica (seguito da una Nazione) sterminava un’intera etnia (olocausto), non era mosso da ideali religiosi ma da un’esaltazione dell’idea della razza superiore. Non è la religione la minaccia ma l’esaltazione di ideali: qualsiasi ideale, anche il più innocente, se portato all’estremismo può costituire una minaccia. La guerra al terrore ha subito una manipolazione dell’informazione che ha visto, come conseguenza, la discriminazione “indiscriminata” di tutti i musulmani.
Per affrontare la questione dei musulmani in Italia bisognerebbe, in via preliminare, affrontare l’insufficiente conoscenza della forte diversità delle comunità musulmane e della cultura di tali minoranze.
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