Come chiudere libretto postale cointestato con un defunto? È questa – purtroppo – una domanda piuttosto comune da parte di tutte le persone che hanno un libretto di Poste Italiane cointestato con un proprio caro, recentemente scomparso.
Ma che cosa succede in questo caso? Come chiudere il rapporto?
Blocco libretto postale cointestato con un defunto
Iniziamo subito con il chiarire che un libretto postale cointestato con un defunto deve innanzitutto essere bloccato. Dunque, le Poste, non appena ricevuta la notizia, procederanno con tutta probabilità al blocco del rapporto. Un’operazione del tutto legittima, prevista dalle Condizioni generali di contratto che, al comma 6 dell’art. 11, stabiliscono che “in caso di decesso dell’intestatario o di uno dei cointestatari, nelle more dell’espletamento della pratica di successione, il libretto viene bloccato al fine di consentire la verifica da parte di Poste Italiane della legittimazione ad agire degli eredi, ciò anche quando il libretto è cointestato a più persone con facoltà, per le medesime, ad agire disgiuntamente. In tale ultimo caso viene comunque meno, nel periodo intercorrente dalla data di comunicazione del decesso a Poste Italiane alla data di estinzione del libretto, il diritto del cointestatario superstite di disporre separatamente. Resta salva la facoltà degli eredi – congiuntamente – e del cointestatario superstite di richiedere la quota di rispettiva spettanza del saldo del Libretto”.
Ma che cosa significa quanto sopra?
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Come chiudere il libretto cointestato con il defunto
È molto semplice. Significa che le Poste (ma quanto sopra sarebbe ben estensibile anche alle banche e a ogni operatore presso cui è acceso un rapporto cointestato), per poter svincolare la somma depositata sul libretto o sul conto, ti richiederanno la copia della dichiarazione di successione.
Purtroppo, nelle more di tale dichiarazione, risulterà impossibile ottenere uno sblocco delle somme, con quel che ne consegue sulla continuità dei rapporti sul libretto.
Detto ciò, ricordiamo anche che l’art. 1833, 2 co c.c., ricorda che a ciascuna parte del contratto e agli eredi spetta il diritto di recedere dal contratto, nell’intesa che ogni parte del contratto risulterà intestataria pro-quota dell’importo depositato. In altri termini, un saldo di 10.000 euro sul libretto postale cointestato al superstite e al defunto, si intenderà attribuibile per 5.000 euro al superstite e per 5.000 euro agli eredi del defunto.
Dunque, una volta che è stata formulata la dichiarazione di successione, e una volta che le Poste sono dunque in grado di identificare correttamente gli eredi, si procederà allo sblocco delle somme. Ma nei confronti di chi?
Con ordine, se vi sono più eredi e questi sono tutti contitolari del conto, ognuno di essi potrebbe ben prelevare la propria quota anche se gli altri non sono d’accordo o non hanno comunque espresso esplicito consenso.
È pur vero che, questa interpretazione teorica, spesso si scontra con la prassi che vede le Poste le banche assumere una posizione molto prudente in questi ambiti. Gli istituti postali e bancari, al fine di evitare l’addebito di qualsiasi tipo di responsabilità, sono per lo più orientati a richiedere esplicitamente l’assenso di tutti gli eredi prima di procedere con lo sbloccare le somme depositate sul libretto.
In ogni caso, l’iter che ti consigliamo di seguire è:
- appena ne hai la possibilità, informa le Poste del decesso del contitolare del rapporto e fai apporre il blocco al rapporto;
- chiedi alle Poste di cosa hanno bisogno per poter effettuare lo sblocco delle somme e la chiusura del rapporto;
- prepara la documentazione utile per la dichiarazione di successione (può presentarla qualsiasi erede) e forniscila alle Poste;
- attendi lo sblocco delle somme e, di conseguenza, la chiusura definitiva del rapporto.
Speriamo che questi brevi suggerimenti ti siano stati di chiarimento, e che possa dunque procedere con la regolarizzazione del rapporto postale in breve tempo!