L’EUROPA STA DEMOLENDO IL CALCIO ITALIANO

L’Europa sta demolendo il calcio italiano. Non basta che la legge Bosman abbia provocato l’approdo di centinaia di “stranieri” – con tante bufale – ai club privando la Nazionale di rinforzi di qualità, adesso è la Champions a dare il colpo decisivo al Campionato che un tempo si diceva “il più bello del mondo”. I
bravissimi tecnici di Milan, Inter e Napoli si portano felicemente ai quarti di Coppa esibendo qualche italianuzzo fra i mejo exotic players eppoi snobbando il torneo patrio come se fosse un intralcio per l’Europa. Per quelli che non lo sapessero – o l’avessero volontariamente dimenticato – voglio ricordare che una quarantina d’anni fa – quando l’ingresso agli stranieri era limitato a due per squadra – sui nostri campi scendevano orgogliosi e adorati ragazzi come Zico, Boniek, Briegel, Souness, Cerezo, Junior, Hateley, Barbadillo, Bertoni, Wilkins, Corneliusson, Platini, Socrates, Elkjaer, Passarella, Rummenigge, Maradona, Stromberg… E la Juve e il Milan vincevano la Coppa dei Campioni…
Alla fine, pur commettendo un errore con il Verona (nemico tradizionale aiutato dal turnover) il Napoli è l’unica delle grandi che ha giocato per vincere lo scudetto e mentre qualcuno cerca di svalutarlo mi piace sottolineare che questo trofeo ne vale due per l’onestà dell’impegno profuso in un campionato ferito dal Mondiale ma soprattutto per la esibita qualità del gioco. Spalletti non ha Maradona, non ha Careca, ma una squadra grandissima che ha trasformato lo Stadio Maradona nel miglior teatro del Mondo. Come il San Carlo. L’altra grande, virtualmente tagliata fuori anche da un posto in Conference League, è la Juventus che, nonostante l’afflizione cinicamente provocata dai 15 punti di penalizzazione, non si era mai arresa continuando a cercare un posto in Champions finchè non ha trovato il Sassuolo prodigio. La Signora era come rinata con le imprese di Gatti e Fagioli, adesso gli adoratori degli stranieri diranno che la ricetta casalinga non serve. Li invito ad ammirare le imprese di Di Maria e Pogba quando sono stati chiamati ad alleviare le pene del Vlahovic perduto. Non giudico Chiesa perchè conosco la sua difficile condizione, una crisi più psicologica che fisica. Per realizzare il sogno Champions a questo punto potrebbero arrivare a giorni quei quindici punti di sutura alle ferite “che nel bel corpo suo sì spesse veggio” (petrarchismo d’occasione). Archiviate le virtù del Sarrismo celebrate con enfasi a Napoli, il Comandante sta dando con la Lazio una lezione d’umiltà a tutti: se ne frega degli orpelli guardioleschi, onora il campionato e bada a vincere concedendo tuttavia a qualche piacevolezza. Encomiabile la rinuncia al Possesso Palla, l’irritante finezza che spesso cerca di nascondere una infelice condizione atletica. Da domani sera cercheremo di dimenticare con una sbornia di gol nostrani le note amare tifando semplicemente Italia.

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