Settima nel ranking per fatturato, ottava per numero di imprese, ancora settima per numero di addetti, undicesima nell’import, ottava nell’export. Questi i numeri che riguardano la Puglia nel panorama nazionale del mercato del legno-arredo. Sono emersi oggi a Bari, in occasione della terza tappa del tour di incontro e ascolto degli imprenditori locali di FederlegnoArredo, associazione guidata dal presidente Emanuele Orsini.
Per comprendere l’esatta collocazione della regione in questo mercato è utile dire che in dati assoluti, riguardo al fatturato, si passa da 1,4 mld della Puglia, ai 7 della Lombardia “ma non si tratta di grandissime distanze – ha detto Orsini – la vera sfida è non sedersi”.
“Noi auspichiamo che la crescita interna sia sempre positiva, ma non tanto per un fatto di fatturato delle imprese ma perché dietro c’è il lavoro, che è la cosa principale da salvaguardare – dice Orsini -. La Puglia è un pezzo importante del mercato italiano, per due motivi: perché nella parte dell’arredamento ha aziende (3.068 con 14.800 addetti, ndr) che il made in Italy lo sanno fare e portare nel mondo, e l’altra parte fondamentale riguarda in tema dell’ortofrutta, soprattutto in un momento in cui la coscienza del Paese e dell’Europa sta andando verso il plastic free. Se si parla di prodotti bio, ha senso che lo siano anche gli imballaggi”.
In quest’ottica FederlegnoArredo oggi ha sottoscritto un accordo con Federbio. “Insieme – ha sottolineato Orsini – ci stiamo impegnando per utilizzare materiali bio per tutti gli imballaggi, un bel messaggio da lanciare anche alla grande distribuzione”.
Tornando alla Puglia, il trend è sostanzialmente stabile, come gran parte del Paese, tra il +1 e +1,5%. “Vorremmo vedere delle crescite più alte – continua il presidente di FederlegnoArredo – ma è anche vero che veniamo da elezioni europee, fatto che penalizza un po’ l’esportazione se pensiamo alla Germania che ha frenato, alla Francia che non è più un traino così importante. Vero è anche che per la Puglia i mercati di esportazione più importanti sono Gran Bretagna e Stati Uniti”.
Qualche timore sul caso dazi innescato dagli Stati Uniti: “Ci preoccupano parecchio – ha ammesso Orsini – i ragionamenti di geopolitica Cina-USA. Abbiamo sentore che qualche dazio importante verrà messo verso l’Europa. Mi immagino che quando gli Stati Uniti faranno i dazi al 25% verso la Cina, questi ultimi proveranno a portare i propri prodotti verso l’Europa e noi avremo un problema di congestione. O noi dobbiamo essere pronti a mettere dei controdazi o se dobbiamo ragionare solo sui mercati interni diventa un problema. Tanto per fare un esempio pugliese, Natuzzi fa il 90% di fatturato estero. La Russia, da quando abbiamo avuto i problemi geopolitici, abbiamo registrato prima -16, poi -9% e facciamo comunque ogni anno 4-5 milioni di investimenti. Lì è entrata la Cina e sono entrati i turchi, noi non riusciamo più ad entrare. Una frattura che ormai esiste, non tra l’Italia e la Russia, ma tra l’Europa e la Russia. Però se perdiamo dei mercati per delle scelte politiche sbagliate è difficile recuperare. Se perdi gli Stati Uniti, perdi la Cina, perdi la Russia che prospettiva resta?”.