La Lega di Serie A, riunitasi oggi in videoconferenza, ha finalmente trovato una quadratura sul tema della riduzione degli stipendi dei propri tesserati. Grazie ad un lavoro di sintesi tra le diverse società e con l’Assocalciatori, svolto lo scorso fine settimana dal presidente Paolo Dal Pino e dall’amministratore delegato Luigi De Siervo, tutte le formazioni della massima serie italiana sono infatti giunte a deliberare all’unanimità (con esclusione della Juventus, società che aveva già raggiunto un accordo coi propri giocatori), una comune linea di indirizzo per contenere l’importo degli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. L’intervento prevede la riduzione di un terzo della retribuzione annua lorda (pari a quattro mensilità) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva. La riduzione sarà invece di due sole mensilità (un sesto del totale), qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite di campionato. “Il coronavirus ha costretto il mondo intero ad affrontare una crisi senza precedenti – sottolinea la Lega di A in una nota – L’Italia è tra le nazioni più colpite con una drammatica caduta del Pil del Paese e milioni di lavoratori interessati dalla misura degli ammortizzatori sociali. Il settore calcio vivrà parimenti una situazione estremamente difficile – ricordano ancora i club – anche in caso di ripresa differita delle restanti partite di campionato e di Coppa Italia, mettendo a repentaglio la tenuta di tutto il sistema, da sempre sostenuto dalla Lega Serie A grazie al contributo mutualistico versato per le serie minori e gli altri sport. Il contesto sopra descritto richiama tutti ad un atto di forte responsabilità, con i club pronti a fare la propria parte sostenendo ingenti perdite per garantire il futuro del calcio italiano. Perdite che necessariamente dovranno essere contenute incidendo sulla riduzione dei costi, la cui principale voce per le società è rappresentata dal monte salari”. Da qui la delibera sugli ingaggi, fermo restando che “i club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati”.
Contrariata l’Associazione calciatori che ha ritenuto “irricevibile la proposta avanzata dalle Leghe di A e B. Il comportamento delle Leghe e’ incomprensibile in un momento come
quello attuale. La volonta’, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, e’ un fatto che fa riflettere sulla credibilita’ imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficolta’.
(ITALPRESS).