
LOS ANGELES (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Nel febbraio 2002 “Sports Illustrated” dedicò la sua copertina a un 18enne della High School che presto sarebbe sbarcato in Nba gravandolo di un soprannome non da poco: “The Choosen One”, il Prescelto di matrixiana derivazione. A distanza di 23 anni, quel ragazzo è diventato il primo giocatore nella Lega più famosa del mondo a scollinare i 50 mila punti in carriera.
Se LeBron James possa o meno considerarsi il più grande di sempre è ancora presto per dirlo, di sicuro ha scritto e continua a scrivere la storia del basket, incurante della carta d’identità. L’ultima pagina arriva dalla crypto.com Arena, dove nel successo dei Lakers sui New Orleans Pelicans, al primo tiro tentato – una tripla su assist di Luka Doncic – supera la fatidica soglia. “Signore e signori, abbiamo appena tutti assistito alla storia”, l’annuncio di Lawrence Tanter durante il time-out. Già recordman di punti nella Nba, a LeBron ne bastava uno solo per superare i 50 mila e non si è fatto pregare. Alla fine della partita – dove troverà spazio nel finale anche il figlio Bronny – chiuderà con 34 punti (oltre a 8 rimbalzi e 6 assist) nel 136-115 che consegna ai Lakers la 17esima vittoria nelle ultime 20 gare e il secondo posto a Ovest.
“Sono davvero tanti – confessa LBJ, 41.871 punti in regular season e 8.162 nei play-off – Sono davvero super fortunato ad aver fatto così tanti punti nel miglior campionato del mondo contro i migliori giocatori del mondo nell’arco della mia carriera. E’ abbastanza speciale”. E difficilmente si fermerà qui visto che, nelle 28 gare giocate dopo aver spento 40 candeline, viaggia a 26.4 punti col 54,1% dal campo, media simile alla stagione 2012-13 quando si laureò Mvp con la maglia di Miami.
Ma anche se James si è preso la scena, la notte Nba ha regalato altri spunti. Indiana spreca contro Houston (da 90-73 a 95-96) ma alla fine la spunta 115-102 con un Tyrese Haliburton da 28 punti e 15 assist, continuando il testa a testa con Milwaukee (127-121 su Atlanta, tripla doppia di Giannis Antetokounmpo con 26+12+10) per il quarto posto a Est. Il terzo resta in mano a New York che però cade al Madison Square Garden per mano di Golden State: 114-102, appena il secondo stop casalingo nelle ultime 14 gare interne. Curry (28 punti e 9 assist), Butler e Podziemski (19 punti a testa) trascinano i Warriors, ad oggi qualificati direttamente ai play-off con l’ultimo posto disponibile.
Dietro però non molla Minnesota, che accelera nell’ultimo quarto e si sbarazza di Philadelphia (126-112, 23 punti per Reid e 18 per Edwards), ma continua a sperare anche Phoenix, che risale da -23 nel successo per 119-117 sui Clippers con 34 punti di Durant e 17 di Booker. Ma la miglior squadra della Lega rimane Cleveland, a quota 51 vittorie in 61 partite: l’ultima vittima è Chicago, battuta 139-117 con 28 punti di Mitchell e 25 di Allen. Undicesimo successo consecutivo dei Cavs, sempre più padroni della Eastern Conference e impegnati in un duello a distanza con OKC (50-11) per chiudere col miglior record della regular-season e assicurarsi il fattore campo fino alle eventuali Finals. A completare il quadro, il successo in volata di Toronto su Orlando grazie alla tripla di Walter a 0″5 dalla sirena (114-113, ai Magic non bastano 41 punti di Banchero) e il 127-113 di San Antonio su Brooklyn con la miglior prestazione in carriera di Devin Vassell (37 punti).
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).