Le mani di Cosa Nostra sull’ippodromo di Palermo.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno arrestato nove persone, ritenute a vario titolo responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, e frode in competizioni sportive.
L’indagine, denominata convenzionalmente “Corsa Nostra”, costituisce l’approfondimento di alcuni elementi investigativi emersi nell’ambito dell’operazione Talea che, a dicembre del 2017, aveva portato alla disarticolazione degli organigrammi dei mandamenti mafiosi palermitani di San Lorenzo e di Resuttana e aveva fatto parzialmente emergere anche le infiltrazioni di cosa nostra all’interno dell’ippodromo “La Favorita” di Palermo.
Lo sviluppo di tali elementi investigativi – che avevano portato il Prefetto di Palermo all’emissione di una interdittiva antimafia, il 9 dicembre dello scorso anno, nei confronti della società privata che gestiva l’ippodromo – ha consentito ai militari dell’Arma di documentare come la mafia esercitasse sull’ippodromo di Palermo “un controllo pressoché totale”.
In particolare, i carabinieri avrebbero documentato come Cosa Nostra richiedesse di partecipare al volume d’affari dell’ippodromo, una partecipazione che gli investigatori hanno quantificato in 4 mila euro al mese; la mafia avrebbe manipolato le corse ippiche attraverso alcuni fantini, vicini agli affiliati mafiosi, che avrebbero minacciato i colleghi in modo da alterare il risultato. Inoltre la mafia avrebbe lucrato sulle scommesse effettuate sia presso gli sportelli presenti all’interno dell’ippodromo sia presso la rete delle agenzie esterne dislocate sul territorio.