PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La Nazionale italiana di artistica femminile è la seconda potenza olimpica, almeno per ora. Al termine della quinta ed ultima suddivisione delle qualifiche dei Giochi di Parigi, le Fate sono rimaste dov’erano alla fine della seconda: nessuna delle nazionali venute dopo è riuscita a scavalcare il 166.861 delle azzurre di Marco Campodonico e Monica Bergamelli, dietro solo gli Stati Uniti che comandano la classifica provvisoria a quota 172.296. La piazza d’onore virtuale di Alice D’Amato e compagne è arrivata al termine di una gara con dodici avversarie, non otto come succedrà domani, e la formula delle quattro salite, non quella a tre della finalissima. Il che significa che arrivare così in alto in qualifica non può essere frutto del caso o di errori altrui. “Al contrario – ci tiene a precisare il direttore tecnico Enrico Casella – questo piazzamento è indicativo dello stato di salute dell’intero movimento. Abbiamo rifatto nuovamente la storia, come ci capita spesso. Non si assegnavano medaglie, ma siamo pur sempre all’Olimpiade”. Tra l’altro in virtù del sorteggio che vede le prime due squadre girare insieme, nella final eight di Bercy, Usa e Italia saranno appaiate, cominciando al volteggio, con le ginnaste che saliranno alternandosi. “In effetti, se me l’avessero detto prima di partire non ci avrei creduto – confessa Casella – Ora dobbiamo valutare le condizioni di Elisa Iorio”. La ginnasta azzurra ha accusato un trauma distorsivo. “Di sicuro non potremo contare su di lei a trave e volteggio e in quest’ultimo, in particolare, perdiamo un doppio avvitamento. Speriamo, invece, di vederla alle parallele. Se possiamo migliorare? Certo, ma anche peggiorare – continua – Sulla carta Alice può far meglio di così al volteggio, Manila alla trave e Giorgia alle parallele. L’importante però sarà rifare gli altri esercizi bene come nelle qualificazioni, dove su sedici salite non abbiamo avuto nemmeno una caduta”. Dietro, ad inseguire, ci sono team fortissimi e attrezzati, pronti ad approfittare di qualsiasi sbavatura. A cominciare dalla Cina, staccata di appena un paio di decimi, e il Brasile vicecampione del Mondo, più distanti Giappone, Canada, Gran Bretagna e Romania. Ma non finisce mica qui. Nella finale a 24 del 1° agosto la ginnastica azzurra piazza due sue rappresentanti. La numero uno del Vecchio Continente, Manila Esposito, è quinta con il personale di 55.898, Alice D’Amato è sesta con 55.432. E i conti tornano perchè le quattro che le precedono sono Simone Biles, americana, leader in fuga con 59.566, Rebecca Andrade, brasiliana, con 57.700, Sunisa Lee, campionessa in carica di Tokyo 2021, con 56.132, e con 55.966 l’algerina Kaylia Nemour. Ma se da un lato non è una novità che l’artistica rosa italiana porti due dame nel completo olimpico (era accaduto a Tokyo con Martina Maggio e Alice D’Amato, a Rio de Janeiro e a Londra con Vanessa Ferrari e Carlotta Ferlito, a Pechino sempre con la Ferrari e Lia Parolari) è un inedito assoluto che vengano centrate cinque finali di specialità, grazie ad Alice D’Amato (quinta al corpo libero con 13.700 e settima alla trave con 13.866) e a Manila Esposito (settima al corpo libero con 13.633 e sesta alla trave con 13.966, attrezzi dei quali detiene, per entrambi, il titolo europeo). Alice conquista un posto pure nella sua amata parallela, dove è stata la regina assoluta sia ad Antalya nel 2023, sia a Rimini nel 2024: 14.666, sesta a poco più di mezzo decimo di ritardo dall’olimpionica belga Nina Derwael – a sua volta quarta, in una final eight dominata, al momento, dalla Nemour con 15.600 e che, a sorpresa, non annovera tra le sfidanti la Biles, prima riserva con 14.433. L’agente di polizia genovese mette a segno il record personale, e italiano, di cinque finali olimpiche in una sola edizione, sette se si contano anche quelle di Tokyo. “Certo, non abbiamo ancora fatto niente – chiosa Casella – Ma almeno possiamo giocarcela”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Le Fate sognano in grande, a Parigi caccia alle medaglie
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