LAVORO, AL VIA PERCORSO A DIFESA “RIDERS”

Lo aveva annunciato lo scorso 5 maggio in occasione dell’evento “Alleanza del Fare. Governare bene, radicare il cambiamento”. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, grazie all’approvazione della memoria di giunta, ha avviato il percorso per difesa dei diritti e delle tutele dei rider della Gig Economy. Garantire la tutela dei lavoratori, il contrasto alle diseguaglianze e la lotta allo sfruttamento ed estendere gli standard di diritti e tutele ai lavoratori, che oggi sono in un vulnus legislativo nazionale a cui la Regione vuole mettere una pezza in attesa delle mosse del governo.

La memoria è rivolta a coloro che lavorano tramite app o su piattaforme collaborative digitali, come i riders impegnati principalmente nella consegna di cibo a domicilio. Per colmare questo vuoto normativo la Regione Lazio si è impegnata ‘Il Foglio dei diritti primari del lavoro digitale’ ad approvare una proposta di legge regionale che garantisca nel Lazio gli standard di tutele in favore dei lavoratori connessi alle piattaforme digitali. Il primo passo sarà la raccolta di proposte e suggerimenti dalle forze politiche, sindacati, cittadini, studiosi e, naturalmente, dai lavoratori e imprese della Gig economy.

La Regione avvierà infatti una fase di consultazione pubblica a partire dal prossimo 25 maggio, della durata di 20 giorni, con una sezione del sito www.regione.lazio.it dedicata alla raccolta di proposte per la definizione degli strumenti e strategie da perseguire, secondo una logica di processo partecipato, condiviso e aperto. In particolare, la consultazione pubblica avrà come oggetto ‘Il Foglio dei diritti primari del lavoro digitale’ dedicato ai lavoratori e alle lavoratrici che operano mediante l’utilizzo di piattaforme collaborative digitali e che interviene su numerosi aspetti: forme di tutela del lavoro, compatibili con le norme nazionali prerogative di natura assicurativa, previdenziale e di salute e sicurezza; forme di garanzia salario minimo individuato in sede di contrattazione collettiva, rifiuto del cottimo, manutenzione dei mezzi, indennità in casi particolari, obbligo di informazione, diritto alla formazione; strumenti permanenti di confronto tra le Parti sociali, anche al fine di rafforzare il Patto per il lavoro; strumenti di informazione, anche a partire dalla rete regionale dei Centri per l’Impiego.

Prevista, inoltre, la creazione del Portale del lavoro digitale, ovvero un’anagrafe alla quale potranno registrarsi sia le imprese che operano nella Gig economy sia i lavoratori che offrono il proprio lavoro attraverso App. Ai lavoratori digitali che si iscrivono all’elenco regionale, la Regione Lazio riconoscerà tutele aggiuntive rispetto a quelle contrattuali stabilite dalle parti di natura sanitaria, previdenziale e assicurativa ed erogherà politiche attive del lavoro per chi desideri intraprendere percorsi lavorativi che offrano nuove opportunità.

“L’obiettivo nostro, con questa legge, è cambiare la situazione nel Lazio, ma anche di lanciare una grande provocazione nel dibattito nazionale. Io vedo che in queste ore c’è un grande dibattito sul governo e il programma: sarebbe importante che, fra tante parole, si inserisse, e questo ci permettiamo di suggerirlo, una nuova legislazione nazionale a tutela dei diritti dei lavoratori della Gig economy, dentro il programma del futuro governo. Noi, comunque, lo faremo”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, presentando il piano regionale a tutela dei riders.

“Questa memoria di giunta vuole essere un atto concreto e preciso che segna l’inizio di un percorso e scandisce le tempistiche. Prima della giunta l’estate definirà una proposta di legge con cui dare risposte: mettere in fila i diritti minimi che devono essere garantiti a questi lavoratori”, ha detto l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Bernardino.

“C’è il tema delle assicurazioni, quello del salario, che va certamente contrattato che sono i punti da cui concretamente partire – ha spiegato -. In questa direzione continueremo il confronto con gli enti previdenziali, con i sindacati e con le associazioni datoriali fino alle piattaforme che vogliamo coinvolgere. Vorremmo inoltre rendere il tutto pubblico, perché oltre al confronto tradizionale con le parti sociali intendiamo aprire una consultazione in cui ogni cittadino, giovane, o persona interessata potrà esprimere un punto di vista, dare suggerimenti”.

“Ci aspettiamo dunque suggerimenti utili anche per la proposta di legge – ha aggiunto Di Bernardino -. Se così sarà avremo la possibilità di definirla in modo partecipato, con il punto di vista di chi sta fuori dalle istituzioni e ha a che fare ogni giorno con queste realtà o vi lavora. Un elemento importante che conterrà la legge sarà definire la strumentazione in cui le persone possano registrarsi: sia lavoratori che imprese. E’ interesse di tutti rafforzare il tema dei diritti e della trasparenza – ha concluso -. Per questo riteniamo e confidiamo che anche le piattaforme possano raccogliere la sfida e gli obiettivi della Regione Lazio. Non sarà una legge punitiva, ma avrà l’obiettivo di far emergere, regolare e coinvolgere”.

 

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