“Ha saputo costruire una rete di carattere sociale e di affetti, ponendo al centro l’uomo”. Così il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio intervenendo nel pomeriggio alla cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia a mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, nell’aula magna del Policlinico.
“Ci sentiamo tutti Don Ciccio (come lo chiamano tutti, ndr) – ha detto Uricchio – perché abbiamo fatto proprio quell’impegno di carattere morale e culturale, cioè la misericordia. L’Università di Bari – ha ricordato – è l’Università di Aldo Moro e Aldo Moro – ha continuato Uricchio – ci ha insegnato di mettere al centro l’uomo, la persona, i valori di cui l’uomo è portatore. Quindi – ha spiegato – ci è sembrato doveroso riconoscere questo titolo meritatissimo, perché Don Ciccio nella propria vita, nella propria esperienza religiosa, nel proprio impegno sociale ha saputo porre al centro l’uomo e soprattutto chi ne ha bisogno. Tante – ha sottolineato – sono le pagine che ha saputo scrivere nella propria esperienza di vita e religiosa, molte di queste impattano sulla sanità, come ad esempio l’Hospice di Bitonto. Tante le attività e gli insegnamenti – ha ribadito – che ha saputo darci”.
“Innanzitutto – ha ricordato – il primo dono che gli riconosciamo, è che ci ha insegnato ad imparare la sofferenza, a diffidare delle scorciatoie e da ultimo a ringraziare Dio per quello che quotidianamente ci offre, cioè la vita. Era opportuno quindi – ha concluso – questo riconoscimento verso una persona che ha avuto sempre attenzione verso l’uomo, curando prima la sua anima e poi il suo corpo”.
Il conferimento della laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia a mons. Savino omaggia un religioso che “svolge da quasi quarantanni il suo servizio pastorale e la sensibilità che lo contraddistingue, insieme agli approfonditi studi teologici ed antropologici, lo hanno portato a dedicarsi sempre più specificatamente alla cura dei malati cronici, degli anziani e dei malati terminali. Infatti mons. Francesco Savino ha istituito a Bitonto una casa alloggio per malati di AIDS e un centro per le cure palliative per malati oncologici denominato Hospice Auterio Marena che rappresenta sia per la struttura che per l’accoglienza umana, un ospedale di eccellenza assoluta”.
“In questo momento di commozione – ha detto Savino ai giornalisti – mi tornano in mente i tanti volti delle tante persone che ho incontrato e intercettato sul versante della malattia. Questa storia condivisa – ha continuato – oggi trova un suo riconoscimento dall’autorità dell’Università di Bari. Riconoscendo a me questa laurea – ha ribadito – soprattutto riconoscono meriti a quella storia che ha avuto una sua importanza. Oggi come non mai – ha aggiunto – quella storia continua a essere una storia di condivisione e di solidarietà”.
“Sono emozionato – ha sottolineato e questa laurea – ha concluso – la dedico a tutti gli ammalati, a tutte le persone fragili che ho incontrato nella mia vita, a tutte quelle persone malate di Aids o malati terminali che ho accompagnato nel momento decisivo della vita, cioè la morte, cercando di umanizzarla”.