Ci sono aspettative positive per l’andamento dei mercati del latte su scala mondiale, bilanciati da una produzione in rallentamento (-0,4% nel periodo gennaio-settembre su base tendenziale i volumi dei principali paesi esportatori: Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, Ue-28, Usa, Uruguay) e da una domanda che a livello internazionale è sostenuta da un deficit di materia prima in equivalente latte (dicitura che comprende polvere di latte intero, latte, polvere di latte scremato, burro, formaggi, late condensato e yogurt) superiore a 5 milioni di tonnellate. Lo rileva – sulla base dei dati Clal, portale di riferimento del settore lattiero caseario, seguito in oltre 200 Paesi – Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020. Etica, benessere animale, economia circolare e cambiamenti climatici. Sono quattro, per gli analisti di Clal, le variabili che sempre più determineranno lo sviluppo delle filiere lattiero casearie. «La zootecnia sarà sempre di più chiamata a svilupparsi in un’ottica green – commenta il team di Clal -L’etica, il benessere animale, la riduzione dell’utilizzo dei farmaci sono sempre più elementi portanti sui quali costruire l’allevamento del futuro». L’altra variabile, secondo il team di Clal, è costituita dai cambiamenti climatici: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a forti interazioni del clima sulle produzioni di latte, che hanno compromesso i raccolti dei foraggi e limitato le produzioni lattiere».
La paura dei dazi trascina l’export comunitario. Entrati in vigore il 18 ottobre, i super-dazi del 25% che Washington ha applicato all’agroalimentare europeo erano attesi da mesi. Questo in parte spiega l’accelerazione dell’export dei prodotti lattiero caseari dell’Unione europea (+9,2% in quantità e +11,5% in valore), con un ritmo più marcato in agosto, che su base tendenziale evidenzia una crescita dell’11,9% in quantità e del 13,5% in valore. In agosto, in particolare, le esportazioni sorridono per quasi tutte le voci produttive. In particolare, avanza l’export di latte e panna (+30,7% in quantità e +27,1% in valore), con la Cina che raddoppia le importazioni (+99,7%). Trend positivi anche per la polvere di latte scremato (+37,3% in quantità e +57,3% in valore), la polvere di latte intero (+8,4% in quantità e +6,4% in valore), la polvere di latte con aggiunta di grassi (+3,7% in quantità e +8,8% in valore). Corre anche l’export comunitario di formaggi, che accelera sia in quantità (+11,8%) che in valore (+15,5%). Gli Stati Uniti sono il primo paese di destinazione, con un import a +40,5% in agosto. Allargando il focus sui primi otto mesi del 2019, latte e panna sono le prime voci doganali per volumi esportati, superiori a 758.000 tonnellate fra gennaio e agosto 2019: +17,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 e +14,1% in valore. Grazie alla domanda internazionale sostenuta, il mercato della polvere di latte scremato (SMP) cresce del 28,8% in quantità e addirittura del 44,2% in valore. Bene anche le esportazioni di burro (+22,1% in quantità e +20,3% in valore) e di FFMP, la polvere di latte con l’aggiunta di grassi, che conquista nuovi spazi in Africa e nei paesi del Golfo. Positivo anche l’export dei formaggi, che cresce del 3,3% in quantità e dell’8% in valore, grazie l’aumento del prezzo unitario, che sale del 4,6% e tocca e 4,92 €/kg di media. Per l’Italia i formaggi fanno la differenza. L’Italia, che fra gennaio e luglio 2019 diminuisce le esportazioni lattiero casearie in quantità (-4,3%), ma non in valore (+12,9%), si rafforza nei segmenti che rappresentano l’eccellenza del made in Italy: i formaggi, che segnano un avanzamento dell’esportazione dell’8% in quantità e del 13,3% in valore, con un prezzo medio unitario di 6,86 €/kg, a conferma di una maggiore distintività dei prodotti Dop. Francia, Germania e Regno Unito sono i primi tre mercati di destinazione dei formaggi italiani, seguiti dagli Stati Uniti con un +27,9% di quantità importate fra gennaio e luglio 2019 e un +70% in luglio, che complessivamente segna un incremento dell’export del 15,8% su base tendenziale in quantità e del 22,2% in valore.
(ITALPRESS)
LATTE, RALLENTA LA PRODUZIONE MONDIALE
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