“Mentre la produzione di latte ovino cresce, i consumi interni e le esportazioni calano drammaticamente, e le remunerazioni ai pastori ristagnano, con prezzi compresi tra i 55 e i 60 centesimi al litro, che non bastano nemmeno a coprire i costi di produzione e sono ben lontani dalla forbice richiesta dai produttori, compresa tra 90 centesimi e 1 euro al litro”. Così il presidente della Copagri Franco Verrascina in occasione della visita in Sardegna del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accompagnato dai ministri delle politiche agricole Gian Marco Centinaio e per il Sud Barbara Lezzi, facendo notare che “allo stato attuale un litro di acqua minerale ha un costo maggiore di un litro di latte”.
“Vale la pena di ricordare che la Sardegna conta circa 12 mila aziende agropastorali, le quali allevano 2,6 milioni di pecore, corrispondenti a quasi la metà del patrimonio ovino italiano, che forniscono oltre 3 milioni di quintali di latte, più del 50% del quale destinato alla produzione del Pecorino Romano, formaggio a denominazione d’origine conosciuto in tutto il mondo ed esportato prevalentemente negli Stati Uniti”, sottolinea il presidente della Copagri.
“Quella che stanno vivendo da tempo i pastori sardi è una situazione di straordinaria emergenza, che necessita di risposte certe e immediate. Bisogna lavorare a delle soluzioni che possano dare ristoro nell’immediato, stanziando le necessarie risorse e valutando la possibilità di sospendere i mutui e i contributi e di ritirare dal mercato determinate quantità di prodotto; allo stesso tempo, bisogna ragionare su soluzioni di più ampio respiro che possano stabilizzare il comparto, quali la convocazione del tavolo di filiera nazionale, affinché si affronti seriamente la questione del prezzo e della programmazione produttiva, nonché quella dell’obbligo per gli acquirenti di latte ovino a comunicare mensilmente i quantitativi ricevuti”, spiega Verrascina.
“Bisogna inoltre verificare e attenzionare le importazioni di prodotto dall’estero, per evitare il rischio che questi fenomeni causino dumping economico ai danni degli allevatori sardi”, conclude il presidente della Copagri.