ROMA (ITALPRESS) – La figura del fisioterapista cardio-respiratorio accanto a quella del medico specialista: in questi 3 anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 è emersa l’importanza della figura dei fisioterapisti cardio-respiratori, al fianco degli altri professionisti sanitari, per gestire il paziente e la sua ripresa nel post malattia. Per questo, ArIR, Associazione dei riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria con oltre 30 anni di esperienza sul campo, in collaborazione con AIFI (Associazione Italiana di Fisioterapia), AIPO (Associazione italiana Pneumologi Ospedalieri) e SIP (Società Italiana di Pneumologia), ha prodotto e reso fruibili una serie di dati con l’obiettivo di fornire aiuto e indirizzo nella gestione del paziente affetto da COVID-19 in fase acuta, subacuta e post-acuta.
L’emergenza ha messo in luce l’importanza di poter disporre di fisioterapisti respiratori che hanno dato un grande contributo lavorando a fianco degli altri operatori sanitari nell’assistenza ai pazienti, nell’istruzione e “formazione lampo sul campo” di personale sanitario non specializzato in area respiratoria ed anche nel reperimento e valutazione della strumentazione necessaria (ventilatori, interfacce, sistemi per la somministrazione di ossigeno) per assistere adeguatamente i pazienti con insufficienza respiratoria.
Sono risultate particolarmente preziose le competenze e l’esperienza maturate precedentemente nel trattamento di condizioni di insufficienza respiratoria acuta e/o cronica con diversa eziopatogenesi ma con manifestazioni clinico funzionali simili a quelle osservate nei pazienti con COVID-19.
Fondamentale il ruolo dell’esperienza del fisioterapista respiratorio anche nella lotta alle fake news che sono comparse nella prima fase della pandemia soprattutto sui social network, che proponevano “nuove” terapie e interventi privi di fondamento scientifico, o rispolveravano procedure obsolete di “ginnastica respiratoria” e “esercizi per imparare a respirare” ampiamente smentiti dalla letteratura scientifica che, oltretutto, se applicati in soggetti affetti da insufficienza respiratoria acuta possono rivelarsi rischiosi oltre che inutili.
Tuttavia, i risultati di uno studio che ha preso in esame gli ospedali lombardi hanno mostrato come solo il 5% dei fisioterapisti che ha trattato pazienti durante la prima ondata della pandemia aveva un’esperienza pregressa avanzata nel trattamento di patologie respiratorie, mentre il 68% aveva un’esperienza base e addirittura il 27% non aveva alcuna esperienza in ambito respiratorio. Questi dati rendono chiara la necessità di formazione specializzata in questo campo per andare incontro alle esigenze di pazienti con difficoltà respiratorie non solo legate al COVID ma a tutte le malattie respiratorie acute e croniche. Ad oggi, infatti, si stima che su 65.000 fisioterapisti presenti nel nostro paese solo circa 600 abbiano conseguito un Master specialistico in ambito Cardio-Respiratorio.
“La pandemia ha acceso i riflettori sulle problematiche respiratorie e sull’importante contributo che il fisioterapista respiratorio può dare nella gestione del paziente con patologia respiratoria sia nella fase acuta che in quella cronica – afferma
Andrea Lanza, presidente ArIR (nella foto) -. Ha allo stesso tempo reso evidente il problema dell’offerta ancora troppo bassa di fisioterapisti respiratori in Italia e questo è indubbiamente legato anche ad una formazione di base in fisioterapia in cui lo spazio per la fisioterapia respiratoria resta limitato. Questo fa sì che siano ancora troppo pochi i pazienti con problematiche respiratorie che possono accedere ad un intervento specialistico di fisioterapia respiratoria. I fisioterapisti italiani specializzati posseggono competenze di livello elevato, in linea con gli standard europei, ma rappresentano una realtà ancora non sufficientemente diffusa e non adeguatamente distribuita geograficamente a livello nazionale. Noi di ArIR da oltre 30 anni lavoriamo per informare l’opinione pubblica, le istituzioni e le associazioni di categoria sull’importanza della formazione e della preparazione dei fisioterapisti respiratori, un fermo e deciso impegno per dare il nostro contributo affinchè si ottenga il riconoscimento della specificità del nostro ruolo e si giunga ad una programmazione responsabile e capace di soddisfare il reale fabbisogno di cura dei pazienti affetti da malattie respiratorie”.
Di questo e molto altro si parlerà durante la V Edizione del più grande congresso sulla Fisioterapia cardio-respiratoria in Italia organizzato da ArIR dal titolo “Valorizzare l’alleanza tra professionisti sanitari nel rispondere ai nuovi bisogni della comunità”, in programma l’11-12-13 maggio 2023 a Roma presso l’Hotel Barcelò Aran Mantegna: 2 aree espositive, oltre 30 sessioni, 400 posti e oltre 50 relatori tra ospiti italiani e internazionali faranno il punto sulle grandi tematiche della fisioterapia cardio respiratoria e porteranno nuovi spunti di riflessione e di condivisione.
– foto ufficio stampa ARiR –
(ITALPRESS).