Le nuove tecnologie e l’innovazione possono essere una occasione per il Sud, per ridurre il gap che lo separa con il Nord e il resto d’Europa. Purché il Mezzogiorno sappia approfittare di questa chance, a cominciare dalla formazione, che deve essere all’altezza della sfida dei prossimi anni.
Il meeting “Sud e Futuri”, che si è concluso oggi a Palermo ha messo a confronto esponenti del panorama culturale, sociale, economico e scientifico ha tirato le fila sui nuovi scenari di crescita.
Tra gli ospiti Melinda Chen, general manager della Deepblue Technology, colosso cinese nel campo dell’intelligenza artificiale, che ha ribadito la scelta di sbarcare in Italia, con una sede a Roma: “apriremo una sede in Italia prima possibile – ha assicurato -. La tecnologia porterà migliori condizioni di lavoro, incrementerà la produttività. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’economia. Per Deepblue il Mezzogiorno d’Italia rappresenta un’area strategica con enormi possibilità commerciali”, ha sottolineato.
Delle sfide della formazione ha parlato l’assessore regionale Roberto Lagalla: “L’Italia è straordinariamente avanti nel sapere. Molto meno per il saper fare. Occorre andare oltre un modello formativo che sa di antico e andare verso la scuola digitale su cui portiamo avanti un progetto sperimentale. Bisogna spingere inoltre l’istruzione tecnico-professionale – ha aggiunto l’assessore -. La Regione Siciliana sta partendo in questi giorni con un bando per l’impresa didattica: le scuole inizieranno a fare impresa anche nel settore dell’information e communication technology. Ma soprattutto stiamo portando la responsabilità dei progetti di formazione professionale all’interno delle imprese per adeguare i modelli di apprendimento alle esigenze reali delle aziende”.
Dei rischi della rivoluzione digitale ha parlato invece il fisico Federico Faggin: “Ci viene propinata un’idea della nostra umanità come di una macchina difettosa, perché le macchine che verranno inventate in un futuro non troppo lontano supereranno il genere umano. Ecco io a questa idea non ci credo neanche un po’. Noi abbiamo una intelligenza che non è solo meccanica. Il computer può fare meglio di noi solo le cose meccaniche”. In ogni caso, ha messo in guardia, “bisogna imparare a usare la tecnologia per il bene comune, non per controllare il mondo”.