LACRIME E COMMOZIONE, I LAKERS OMAGGIANO BRYANT

Serata di lacrime ed emozioni allo Staples Center per la prima partita dei Lakers dopo la tragica scomparsa di Kobe Bryant, morto a 41 anni domenica scorsa in un incidente d’elicottero assieme alla figlia Gianna e altre sette persone. Sui ventimila seggiolini dell’impianto le canotte gialloviola numero 8 e 24, quelle indossate da Bryant nella sua carriera ai Lakers, e poi due posti vuoti, quelli sui cui si sarebbero seduti l’ex giocatore e la figlia. Non un minuto di silenzio ma 24″2, altro riferimento alle maglie di Kobe e Gianna, e quindi l’ingresso del quintetto oggi allenato da Frank Vogel, con ogni giocatore – sempre in maglia numero 8 o 24 – annunciato pronunciando il nome del compianto campione. E dopo aver ricordato tutte le vittime della tragedia, la parola è passata a LeBron James, che appena il giorno prima dell’incidente aveva sorpassato Bryant al terzo posto fra i marcatori all-time della Nba. Il Prescelto, che si è tatuato un Black Mamba col 24 in onore dell’amico, ha gettato via il discorso che si era preparato “perchè voglio parlare col cuore – ha esordito trattenendo a stento la commozione – Quella di stasera è la celebrazione di 20 anni di sangue, sudore, lacrime, di un corpo malconcio, di innumerevoli ore vissute con la determinazione di chi voleva essere un grande come lo è stato lui. Stasera celebriamo un ragazzo che è venuto qui a 18 anni, si è ritirato a 38 ed è diventato probabilmente il miglior padre che abbia mai visto negli ultimi anni”. Lo Staples Center si è trasformato in una sorta di grande camera ardente dove quella che è stata la famiglia allargata di Bryant ne ha pianto la dipartita. “Siamo tutti feriti, siamo tutti col cuore in frantumi, siamo tutti in lutto – ha proseguito James – E in questi momenti la cosa migliore che puoi fare è appoggiarti sulla spalla della tua famiglia. Kobe era un fratello per me, essere qui ora significa molto. Assieme ai miei compagni voglio portare avanti la sua eredità, non solo per un anno ma quanto più a lungo possibile. E ricordando le sue parole, ‘Mamba Out’. Ma nelle nostre parole, ‘Non sarai dimenticato’. Continua a vivere, fratello”. E poi ancora una serie di video-tributi, uno dei quali con le parole dello stesso Bryant, e le note struggenti di “Amazing Grace” cantata da Usher, le esecuzioni di “See you again” e “Hallelujah” per l’ultimo saluto a chi ha scandito vent’anni di storia di una delle squadre più importanti al mondo. Mentre sugli spalti e a bordocampo continuavano a scorrere fiumi di lacrime.
(ITALPRESS).

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