Il campionato è ripreso con Torino-Parma (1-1), ma il bello deve ancora venire. Finora è stata appagata la curiosità per i particolari del protocollo: si è parlato infatti di pubblico virtuale, tifo virtuale, speriamo di non vedere solo calcio virtuale. In realtà allo stadio Grande Torino le tribune sono apparse vuote, senza trucchi nè inganni elettronici. I granata hanno esultato con abbracci in occasione del gol di Nkoulou. Dopo un centinaio di giorni senza pallonate -ma anche senza cinema e teatri- i nostri eroi hanno cominciato dandosi da fare: qualcuno si è arrabbiato per la sostituzione, lanciando la maglia (Berenguer): è tornato il calcio di sempre, anche se con qualche carenza qualitativa. La Coppa Italia, col trionfo del Napoli di Gattuso e la dèbacle della Juve di Sarri, sia pure ai rigori, avevano già infiammato i cuori e qualcuno aveva già visto la Lazio con lo scudetto al petto. Ma delucidazioni maggiori, sullo stato di forma dei biancocelesti, le avremo mercoledì in occasione di Atalanta-Lazio. E nella prima domenica del dopo virus ne sapremo di più dell’Inter che aveva ricominciato in… bruttezza facendosi eliminare dalla Coppa Italia, un trofeo in cui Conte sperava. Contro la Samp verrà ricordato Mariolino Corso, protagonista dell’Inter di Herrera che dominò il mondo. Per ora siamo al contorno di un campionato cominciato in un modo e destinato a terminare diversamente. Sulla strada dello scudetto del Coronavirus sapremo di più sulla tenuta del business del pallone, sulle intenzioni delle televisioni a pagamento e sull’organizzazione pallonara in generale. Gradualmente gli appetiti dei presidenti sono intanto cresciuti: c’è stato chi ha chiesto il pubblico negli stadi al più presto (Giulini del Cagliari, che spera nella rimonta col nuovo tecnico Zenga); chi si è lamentato a destra e chi a sinistra. Insomma il calcio è tornato in gran forma, con le sue eterne polemiche su tutto: il gioco, i risultati, gli arbitraggi. Irrati a Torino ci è sembrato in forma. Nelle prime prove, i cinque cambi non sono state sfruttate a pieno (quattro il Parma) dagli allenatori, ma col passar del tempo, chissà…Vedremo ben 124 partite in 45 giorni, una dose per elefanti. Se ci divertiremo ce lo dirà il campo, che era stanco di “riposare”. L’emozione dei primi calci le avevamo vissute in occasione di Juve-Milan di Coppa Italia, ma in tre partite giocate era sembrata una prova generale. Il campionato sarà una competizione più a lungo termine che potrebbe palesare qualche difficoltà. Quindi è più credibile. Torino e Parma hanno mostrato il giusto impegno, con qualche inevitabile sbavatura, ma anche con due gol. Se pensiamo che nelle tre partite di Coppa Italia, giocate dopo la sosta, nei tempi regolamentari sono stati segnate solo due reti, si può essere soddisfatti, anche se Belotti si è fatto parare un rigore da Sepe. Il Torino, dopo le sei sconfitte di prima della sosta, non è riuscito a vincere per i troppi errori in fase conclusiva e teme sempre più per la propria classifica. Il Parma spera sempre nell’Europa League: ha intanto agganciato il Milan. Adesso, spazio agli altri: vedremo se la sbornia della Juve sarà passata, se continuerà il buon momento del Napoli di Gattuso, se l’Atalanta continuerà da dove aveva finito, cioè a suon di gol, e se il Milan agguanterà l’Europa. I piccoli e grandi drammi pallonari sono dietro l’angolo. Speriamo che l’ingranaggio non si rifermi improvvisamente: è quello che tutti temiano.
LA SERIE A RIPARTE CON UN PARI E UN RIGORE SBAGLIATO
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