Superare lo stile di insegnamento didascalico e favorire la partecipazione attiva degli studenti al processo di apprendimento, migliorando la qualità della didattica e la formazione professionalizzante: questo è il senso dei progetti che la Sapienza ha portato avanti, grazie al contributo della Fondazione Roma. Le linee di intervento riguardano in particolare la creazione di ambienti simulati che offrono la possibilità di fare training in condizioni prive di rischio, o di rischio controllato, aumentando la capacità degli studenti di prendere decisioni autonome in diversi ambiti, dalla fisica all’architettura, dalla medicina alla geologia. I risultati dei progetti, realizzati con il sostegno della Fondazione Roma che ha stanziato per le iniziative legate alla didattica 5,9 mln di euro a conclusione del programma triennale di attuazione, sono stati presentati questa mattina alla Sapienza dal rettore Eugenio Gaudio alla presenza del Presidente Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Si tratta in particolare di tre laboratori ad alta tecnologia in cui si realizzano simulazioni delle pratiche mediche in situazioni di crisi o di emergenza e della Biblioteca automatizzata di Architettura. A queste si aggiungono altre azioni di potenziamento e ammodernamento che saranno illustrate al pubblico in un video descrittivo dei traguardi raggiunti.
“La sfida che abbiamo raccolto è importante e strategica per un’Università che punta a formare non meri tecnici, ma menti brillanti in grado di confrontarsi a livello internazionale con esperti di altre discipline e farsi carico delle crisi e delle emergenze – spiega il Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio – I progetti realizzati con il sostegno della Fondazione Roma, che utilizzano le tecnologie più moderne applicabili alla formazione universitaria, sono orientati a un maggiore coinvolgimento degli studenti e a stimolare in modo sempre più efficace le intelligenze che rappresentano il futuro del nostro Paese”.
“Sono da sempre convinto – sostiene il Presidente della Fondazione Roma Emmanuele F.M. Emanuele – della rilevanza strategica per un Paese che vuole restare competitivo e moderno di una formazione universitaria di qualità, che trovi nell’applicazione delle tecnologie di ultima generazione lo strumento più funzionale e duttile per offrire ai giovani le opportunità di apprendere al meglio le competenze scientifiche e tecniche indispensabili per sintonizzarsi con la domanda di professionalità altamente qualificata in tutte le discipline. Da questa convinzione, ho fatto scaturire l’impegno della Fondazione Roma a sostenere le realtà accademiche di eccellenza nella realizzazione di interventi concreti che realizzano opportunamente questi obiettivi”.
I tre Centri di Simulazione e addestramento sono a disposizione di una platea di oltre 20.000 tra studenti e specializzandi nei Poli di formazione in ambito medico della Sapienza: Policlinico Umberto I, Policlinico Sant’Andrea e Polo di Latina.
Le nuove strutture allestite sono skill lab dotati di apparecchiature particolarmente sofisticate in cui si realizzano simulazioni su “pazienti virtuali” che possono essere collegati a monitor identici a quelli utilizzati in strutture di area critica; questo consente di valutare l’adeguatezza degli interventi effettuati da studenti, o da team di studenti (medici, infermieri ecc).
Una strumentazione all’avanguardia che promette di aumentare le curve di apprendimento e di rafforzare la capacità di lavoro di squadra nei giovani orientati a diverse specializzazioni cliniche. Gli strumenti di simulazione altamente sofisticati (simulation and training) sono infatti diventati un punto fermo della formazione medica: la Sapienza si dota così di strutture che consentono di apprendere la base dell’attività clinica in condizioni di assoluta sicurezza ed eticità, prima di passare alla fase diretta sul paziente. Infatti nei laboratori si lavorerà in massima parte nel campo degli interventi in urgenza e in condizioni di crisi, simulando alterazioni cardiocircolatorie, respiratorie e renali o anche per valutare gli effetti di particolari interazioni farmacologiche e simulazioni della chirurgia laparoscopica. Fiore all’occhiello la tavola anatomica digitale, unica in Italia. È uno schermo 3d interattivo da 65 pollici che riproduce gli organi interni condividendo le cartelle cliniche di tutto il mondo in cloud.
L’intervento sulla Biblioteca centrale di Architettura ha permesso invece di realizzare un sistema di archiviazione automatizzato in grado di fornire un servizio di qualità, di importante supporto alla didattica, adeguato alla consultazione per un ampio numero di utenti. Il progetto è rivolto soprattutto agli 8.400 studenti di Architettura, ma anche agli studenti provenienti da altre Facoltà, ai dottorandi e agli specializzandi, per un numero di circa 10.000 utenti. Il sistema è caratterizzato da meccanismi a configurazione combinata in cui gli scaffali, compattati per ottimizzare lo spazio, sono mobili. L’obiettivo più specifico è l’individuazione, il prelevamento e la consegna all’utente dei libri richiesti, provvedendo anche alla loro ricollocazione attraverso un sistema meccanizzato. Il sistema ha inoltre lo scopo di contenere e rendere rapidamente accessibili grandi quantità di volumi. La Biblioteca centrale di Architettura è la maggiore biblioteca italiana nel settore: essa infatti conta circa 93.000 volumi, 8.000 carte, 26.000 diapositive, 5.000 testi provenienti da fondi privati. La possibilità di accedere con facilità e rapidità a testi, documenti, cartografie, richiede un sistema di archiviazione tecnologicamente adeguato alla conservazione e all’uso delle diverse tipologie di materiali.