LA ROMA VINCE CON I CAMPIONI CHE VOLEVA CEDERE

Ci sono momenti, nella vita del pallone, in cui il calcio euclideo lascia via libera al gozzaniano “mistero senza fine in bello”. Soluzione che Giovanni Brera escogitava quando il risultato – o altri eventi – sfuggivano ai suoi pensieri. E ai suoi calcoli. Non osò definire misteriosa la vittoria dell’82 e se la cavò con la famosa metafora dell’Italia “squadra femmina”. Sì, il contropiede è sempre di moda, ma Liverani lo conosce meglio di Sarri, D’Aversa lo adotta meglio di Conte, Semplici lo esegue come Ancelotti. Perché il contropiede non è solo voglia ma necessità di vincere.
Cominciamo da iersera. Il Milan fa il secondo tentativo di rinascita con Pioli, ma non ci riesce. Ha una squadra che vorrebbe ma non può anche perché manca di campioni. Ma il bello è che la Roma vince perché i campioni li ha solo perché non è riuscita a cederli. Gol di Dzeko- promesso all’Inter e trattenuto solo per volere popolare – e di Zaniolo, lui pure in odor di ripudio fino a quando il problema l’ha risolto Mancini (“Tenetelo”) dopo la sgridata azzurrina presa con Kean. E dire che nel calcio circolano dirigenti strapagati che certe follie non dovrebbero farle ma si salvano con…la fortuna (o altri, come Boban e Maldini, che sono ANCHE un po’ sfigati, oltre agli errori commessi sul mercato, a partire da Giampaolo). Fossi il presidente Agnelli, sanzionerei Paratici, Nedved e forse me stesso per aver cercato disperatamente di cedere Dybala, Higuaìn, Cuadrado che oggi sono gli elementi più sicuri di una Juve che il problema più grosso se l’è creato comprando quel De Ligt cui Sarri dovrà spiegare il calcio italiano dalle origini. E non voglio infierire, perché confesso di essere uno straordinario estimatore di Conte: ma perché ha lasciato che l’Inter si privasse del suo uomo migliore, Maurito Icardi, per fare un dispetto alla di lui bella e intelligente consorte? E dove sono – mi chiedo sommessamente – tutti quelli che profetizzavano la fine del Mauro in una inospitale Parigi? A tutta ‘sta gente che guadagna cifre folli mentre infuria una esiziale miseria chiederei la restituzione di qualche milione. Da dare in beneficenza. A me, naturalmente, che non ne posso più di Baroni ex rampanti, di Visconti dìmezzati, di Cavalieri inesistenti. E di incompetenti.

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