LA PUGLIA PRESENTA IL DDL SULLA BELLEZZA

“Si tratta davvero di una rivoluzione. Mi auguro che questo disegno di legge sia rapidamente portato in Consiglio Regionale per essere approvato”.
Così il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo presso la Fiera del Levante di Bari, insieme all’Assessore regionale all’Urbanistica Alfonso Pisicchio, alla presentazione della proposta di Legge sulla Bellezza promossa dalla Regione Puglia.
L’evento di questa mattina rappresenta il secondo Focus Group (degli otto previsti in Fiera, padiglione 152, sala 1) del percorso partecipato del Piano Strategico della Puglia.
“È una rivoluzione – ha spiegato Emiliano – perché si potrà indicare dentro le norme che regolano l’urbanistica, quegli elementi che consentano di ricostruire, anche in modo partecipato, per risolvere tutte quelle vicende che spesso i cittadini mi segnalano e, più in generale, consentire ai progettisti e a coloro che devono poi disegnare le città, di avere anche dei punti di riferimento, dei criteri disegnare diversamente il nostro abitare”.

“Una legge che ci riempie di orgoglio – ha commentato l’assessore Pisicchio – perché quella sulla Bellezza è la prima vera legge regionale in Italia che coniuga partecipazione e bisogni dell’uomo. Avremmo potuto scrivere la legge nel chiuso dei palazzi istituzionali, sarebbe stata la strada più facile, e invece no. Abbiamo scelto di sottoporre a ordini professionali, territori e stakeholders l’idea di bellezza che vogliamo per la Puglia. E’ stato un percorso appassionato, durato un anno e mezzo, ma che ci ha dimostrato quanto sia necessario pensare una legge che mette al centro i bisogni dell’uomo, la qualità della sua vita. Tanto nei centri delle città, quanto nelle periferie. Una legge che non prevede ulteriore consumo di suolo e che indica in modo chiaro quali strategie mettere in campo per il riuso e per eliminare i detrattori della bellezza e tutto ciò che deturpa il territorio. Penso ad esempio che la nuova  Carta della Qualità Urbana sia uno straordinario strumento innovativo per la pianificazione dei Comuni”.

La legge, che seguirà i passaggi istituzionali (giunta regionale, V Commissione regionale e via libera definitivo dal Consiglio regionale), ha diversi obiettivi: valorizzare e proteggere la bellezza del territorio pugliese; abbattere o recuperare i cosiddetti “detrattori della bellezza” che oggi deturpano i territori; perseguire “un’alta qualità costruttiva” negli interventi di trasformazione dei luoghi urbani e periurbani.
La legge individua delle azioni concrete come l’istituzione gli Ecomusei delle diverse macro aree che formano il Mosaico delle identità pugliesi, l’elaborazione delle Linee guida per la Strategia delle Trasformazioni Urbane e il partenariato pubblico privato per la gestione del sistema integrato del governo del territorio.
Vengono istituiti i PAT, i Piani Articolati delle Trasformazioni, strumenti esecutivi per promuovere la riqualificazione il riuso e la rifunzionalizzazione di parti significative di città e di sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico. I programmi si fondano su un’idea-guida di rigenerazione legata ai caratteri ambientali e storico-culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità e ai bisogni e alle istanze degli abitanti.

Essi comportano un insieme coordinato d’interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-economico, il contrasto all’esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, socio-sanitario, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello sviluppo.  I piani articolati delle trasformazioni sono predisposti dai comuni singoli o associati o sono proposti ai comuni da altri soggetti pubblici o privati, anche fra loro associati e assumono gli effetti di strumenti urbanistici esecutivi; in quest’ultimo caso si applica la previsione di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 16 della legge regionale 27 luglio 2001, n. 20.
Altra novità importante è la “La Carta della Qualità Urbana” che permetterà ai Comuni di individuare gli immobili e le aree da sottoporre a speciali regimi di tutela con diverse tipologie di interventi di tipo conservativo, di qualificazione edilizia e di addensamento e sostituzione urbana.

Sono inoltre previsti diversi incentivi fiscali (riduzione del contributo di costruzione), urbanistici (perequazione, compensazione, incentivi volumetrici ma solo nel territorio urbanizzato e senza ulteriore consumo di suolo) e alla qualità dell’architettura (ecosostenibilità, ricorso al concorso di progettazione, opere d’arte).
L’ultimo articolo della legge abroga invece diverse leggi regionali nell’ottica di mettere ordine e di semplificare la normativa in materia.

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