Impegnarsi a rendere maggiore ogni possibilità di offerta di posti di lavoro, è il compito della politica in ogni paese. Infatti, nei paesi più industrializzati, governi e parlamenti si occupano di rendere più competitive le produzioni nazionali, per ottenere la crescita del potere di penetrazione commerciale nei mercati aumenti le commesse da parte dei compratori, in modo tale che le aziende possano avere la naturale esigenza di coinvolgere nel lavoro più lavoratori pur di essere in grado di soddisfare le attese dei compratori. I gangli vitali della capacità competitiva sono costituiti principalmente da: costo dell’energia; flat tax; infrastrutture materiali e immateriali efficienti; sistema istruzione e formazione avanzato; giustizia rapida e risolutiva; servizi e pubblica amministrazione efficienti e basso costo. Orbene in Italia questi fattori di contesto sono tutti malconci e sempre peggiori dall’incuria, e tuttavia governi e parlamento da anni pur di dare l’impressione di fare qualcosa per il lavoro, sfornano leggi per incentivare le assunzioni con sgravi contributivi.
Dunque, puo’ accadere che lasciano peggiorare per ignavia o per scelte sbagliate i fattori essenziali di contesto per le nostre produzioni, mentre si impegnano a dare la sensazione che si faccia qualcosa per accrescere i posti di lavoro. Anche l’attuale governo non ha cambiato l’approccio sbagliato avuto in questi anni con la manovra economica varata in questi giorni. Ed ecco varati ancora nuovi incentivi previdenziali, che si aggiungono a quelli già esistenti, per le nuove assunzioni. Dunque, con i due incentivi in legge di bilancio salgono a dieci le principali agevolazioni destinate a chi assume nel 2020 giovani, lavoratori in cassa integrazione, donne o disoccupati. Ecco quali sono: 1) Un sostegno alle micro imprese: Ai datori di lavoro fino a 9 dipendenti – il target sono le imprese artigiane – che dal 1° gennaio 2020 assumono apprendisti di primo livello spetta uno sgravio del 100% dei contributi dovuti nei primi tre anni di contratto. Resta salvo il livello di aliquota del 10% per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo. Viene così incentivata l’alternanza scuola lavoro per gli studenti che intendono ottenere: a) la qualifica e il diploma professionale; b) il diploma di istruzione secondaria superiore; c) il certificato di specializzazione tecnica superiore.
2) Sgravio triennale per i laureati “eccellenti”: Sempre dal 1° gennaio 2020 l’assunzione dei laureati con 110 e lode – e per dottorati previsti per i datori di lavoro privati – beneficerà di un esonero dei contributi a carico del datore di lavoro fino a 8mila euro per un massimo di 12 mesi e seguirà le regole procedurali dello sgravio triennale per gli under 35. Con la nuova procedura e la gestione dell’incentivo in capo all’Inps – come per l’esonero triennale per gli under 35 -, il governo punta a rendere il bonus eccellenze un’opzione realmente praticabile (nel 2019 è rimasta un’agevolazione sulla carta).
3) Assunzioni under 35 (restyling di norme già presenti): Per le assunzioni di under 35 l’incentivo ha una durata massima di 36 mesi ed è pari al 50% della contribuzione a carico del datore di lavoro nel limite massimo di 3mila euro su base annua. L’incentivo spetta anche in caso di conversione di contratto a termine.
4) Assunzione under 35 al Sud (norma non ancora operativa): In caso di assunzione nel Mezzogiorno di under 35 con contratto di lavoro a tempo indeterminato, il datore di lavoro ha diritto all’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali per 12 mesi fino a 8.060 euro, ma per l’operatività della norma è necessaria l’emanazione di un decreto da parte dell’Anpal.
(ITALPRESS).
LA POLITICA E L’IMPEGNO A PROMUOVERE IL LAVORO
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