Sono passati 110 anni da quando la Nazionale gioco’ la prima partita. Era il 15 maggio 1910 e l’Italia batte’ a Milano la Francia per 6-2. Lana segno’ tre gol per gli azzurri e le altre reti furono messe a segno da Fossati, Rizzi e Debernardi. Le cronache dell’epoca raccontano che allo stadio civico dell’Arena c’erano 4.000 spettatori. L’arbitro era l’inglese Goodley (tesserato per la Juventus) e l’Italia varata da Umberto Meazza (da non confondere con Giuseppe Meazza, il “Balilla”, che 24 anni dopo si sarebbe laureato campione del mondo a Roma con la squadra di Vittorio Pozzo), capo di una commissione formata da Camperio, Crivelli, Gama e Recalcati, si schiero’ cosi’: De Simoni (Milanese); Varisco (Milanese), Cali’ (Doria); Trere’ (Ausonia), Fossati (Inter), Capello (Torino); Debernardi (Torino), Rizzi (Ausonia), Cevenini I (Milan), Lana (Milan), Baiocchi (Milanese). Il varo della squadra azzurra fu difficile. La “palla al calcio” aveva poco spazio sui giornali dell’epoca. Erano atletica (si parlava per mesi della “Cento chilometri”) e ciclismo (anche se non c’era ancora il Giro d’Italia) a farla da padroni. Fu Emilio Colombo della “Gazzetta” a dare impulso al football.
Un mese prima della partita d’esordio non si sapeva quale criterio usare per scegliere la formazione, ne’ si conosceva l’avversario: Francia, Svizzera o Ungheria ? Si penso’ di mandare in campo una delle squadre del campionato: la Pro Vercelli “tutta italiana”. Ma per lo scudetto si doveva giocare una finale, il 24 aprile, fra i vercellesi (che avevano molti militari impegnati) e l’Inter. Una serie di polemiche sulla data fece si’ che i piemontesi mandassero in campo una squadra di quattordicenni e l’Inter vinse 11-3. La Pro Vercelli venne punita e cosi’ per la prima partita azzurra ben sette vercellesi erano squalificati. Per varare la formazione vennero fatte delle prove fra i “probabili” e i “possibili”. Parecchi giornali ignorarono la partita di Milano: il Corriere della Sera ne parlo’ dopo la vittoria sula Francia, reduce da tre sconfitte e 20 reti subite. Nel 2010 siamo stati invitati in una piccola cittadina siciliana, Riposto, dove era nato il primo capitano della Nazionale, Franz Cali’ e dove in seguito e’ nato Franco Battiato, celebre cantante ed ex calciatore, alla celebrazione dei cent’anni azzurri e in particolare della partita di “capitan” Franz Cali’. Cosi’ abbiamo appreso una storia d’altri tempi, che abbiamo approfondito con la lettura di un libretto molto particolareggiato (“Il primo capitano”), scritto dai colleghi Giuseppe Bagnati e Gaetano Sconzo. Dal porto di Riposto partivano i velieri che portavano i vini siciliani in giro per il mondo e la famiglia Cali’ ne possedeva alcuni. Ai tempi dello sbarco dei Mille ne aveva prestato uno a Garibaldi per portare i soldati in Calabria. Successivamente la ditta ebbe problemi a causa dei pirati che avevano danneggiato la piccola flotta. Cosicche’ Bruno Cali’, padre di Francesco (Franz), aveva deciso di mollare tutto e di andarsene in Svizzera, a Zurigo. I suoi figli erano piccolissimi, crebbero e studiarono in terra elvetica e si appassionarono al gioco del pallone. In eta’ giovanissima cominciarono a giocare nel F.C. Zurich -era il 1895- e mentre Salvatore era portiere, Franz faceva il jolly di centrocampo. Poi papa’ Bruno Cali’ alla fine del secolo trasferi’ la sua attivita’ a Genova e i figli, dopo un provino, furono ingaggiati dal “Grifone”: come si sa, il Genoa vinse sei dei primi sette scudetti della storia calcistica italiana. La sua egemonia venne interrotta dal Milan nel 1901. Franz Cali’ gioco’ in tutti i ruoli, prima terzino, poi centrattacco nello partita-scudetto col Milan persa per 3-0. Per farla breve, dato che nel Genoa imperversavano gli inglesi che non vedevano di buon occhio “lo svizzero” (cosi’ lo chiamavano perche’ veniva dallo Zurigo), quando si formo’ l’Andrea Doria lui passo’ sull’altra sponda del calcio genovese. Erano i tempi eroici del calcio e si narra che lui, per allenarsi e poi andare al lavoro, si alzava alle cinque del mattino per correre nel rione Castelletto. Dopo la doccia, andava a lavorare alle otto. Allora i calciatori tesserati facevano pure da arbitri, perche’ non c’era ancora una “associazione” appposita. E cosi’ diresse la partita al campo di Ponte Carrega che assegno’ il quarto scudetto al Genoa in una partita contro la Mediolanum (1-0). Nel 1910 venne organizzata la prima partita della Nazionale, a Milano contro la Francia, come detto. Franz Cali’ fu convocato, gli pagarono il biglietto del treno e l’allenatore Umberto Meazza lo nomino’ capitano perche’ era il piu’ anziano (28 anni). Venne il gran giorno a all”Arena, contro la Francia (6-2), la Nazionale “azzurra” indossava una maglia… bianca con il colletto e i polsini inamidati. Fu scelto il bianco perche’ le magliette colorate costavano…sette centesimi in piu’. Il resto della divisa era…a piacere. Ognuno si porto’ da casa il materiale di cui disponeva. Perche’ sulla divisa ci fosse qualcosa d’italiano, signore della buona societa’ portarono dei nastrini tricolori e li appuntarono sulle maglie dei giocatori. Nella prima foto della Nazionale si vedono i giocatori vestiti con pantaloni corti, lunghi, lunghissimi, sorretti da cinture strette in vita, calzettoni in genere scuri, ma dalle tonalita’ diverse. Anche le scarpe erano di foggia variegata. Il guardalinee italiano signor Bosio portava tanto di bombetta in testa. Abbiamo letto che, in premio per la vittoria, ai giocatori vennero dai dei pacchetti di sigarette. La Gazzetta elogio’ Cali’, che diede a Rizzi la palla del quarto gol azzurro, elogi pure per il triplettista Lana, Capello e Fossati. Franz Cali’ partecipo’ poi alla trasferta fantozziana di Budapest, in cui Trere’ porto’ panini al prosciutto che andarono a male e il viaggio fu caratterizzato da coincidenze perse e da altri contrattempi che causarono un ritardo abissale all’arrivo e una sconfitta pesantissima per 6-1 contro l’Ungheria. La maglia azzurra venne indossata dalla Nazionale, in onore ai colori di Casa Savoia, alla terza partita contro l’Ungheria (0-1) a Milano in cui giocarono quelli della Pro Vercelli. Franz Cali’ non c’era piu’ e si puo’ dire paradossalmente che il capitano…non indosso’ mai la maglia azzurra. Storie di 110 anni fa.
LA NAZIONALE COMPIE 110 ANNI, IL SICILIANO CALI’ PRIMO CAPITANO
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