Il pre-derby dell’Olimpico ha dedicato un’altra pagina di vergogna al calcio cercando poi di cancellarla con coreografie sentimentali. Se non erano tifosi, i violenti in armi intorno all’Olimpico, provino i tifosi veri a snidarli. Siano almeno una volta ultras di passione. Non parte della marmaglia politicizzata. Il derby l’ha restituito al calcio Romagnoli al primo minuto della ripresa. Lazio avanti fino al ’69, quando pareggia la Roma con Soulè con un (regolare) gol “fantasma”. Applausi a Svilar. Amen.
Ma pensiamo al resto. Allo scudetto. Alla Zona Champions. Alla salvezza e alla retrocessione proprio mentre c’è chi esce – il Monza – e chi entra: bentornato in Serie A al Sassuolo di Fabio Grosso – l’ultimo hurrà mondiale – e di Domenico Berardi – l’ultimo evviva europeo – il calabrese fedelissimo che da quindici anni risponde no alle tentazioni delle Grandi. Sembrerebbe trattenuto in Emilia da recondite armonie pucciniane, in realtà la città e il club sono insieme un’oasi di buon vivere. Hic manebit optime.
Mi fa pensare – questa figurina deamicisiana – al rigurgito scandaloso del calcioscommesse. Mi chiedo chi siano e quali capacità abbiano i “controllori” dei grandi club sputtanati da giocatori milionari e sbandati. Mi sembra di sentire ancora i criticonzi d’antan ridere del mio amico Oronzo Pugliese che senza polizia privata ma con il personale scrupolo e buonsenso curava la condotta dei calciatori che gli venivano affidati.
Dunque, il Campionato. Il Bologna è caduto a Bergamo e la notizia è stata accolta malamente dai suoi tifosi, sloggiati dalla Zona Paradiso per far posto alla Juve; ma ha fatto rumore anche a Napoli, dove c’è chi pensa, non a torto, che le energie profuse dai rossoblù per tener testa agli azzurri la settimana scorsa li abbiano ridimensionati e si chiede: quelli che domenica prossima ospiteranno l’Inter avranno ancora lo spirito e le forze per farsi arbitri di un match decisivo per lo scudetto? Il Bologna visto contro l’Atalanta non aveva nulla dello squadrone applaudito per la sua razionale aggressività: il suo brillante manovratore, Vincenzo Italiano, stavolta non è riuscito a rianimare i bravi ragazzi colpiti al terzo minuto di gioco dal fulmine di Retegui e l’Inter che nel frattempo ha maltrattato il generoso Cagliari non dovrebbe temere un altro flop al Dall’Ara. Solo l’antica rivalità fra Bologna e Inter potrebbe ricaricare i rossoblù rimettendoli in pista fino al match decisivo del 4 maggio con la Juve.
E così penso penso che “la notizia del giorno” sia il ritorno della Signora nel salotto buono della Champions. Con una penosa e arrogante autodifesa Thiago Motta ha respinto tutte le accuse che hanno portato al suo esonero. Protagonista di una stagione penosa si è ripresentato al pubblico dei media come un genio tradito, subito smentito da Igor Tudor che senza voli pindarici ma con l’esperienza di un vecchio juventino ha riportato in campo – nonostante l’opposizione del Lecce – tutti i valori della Casa, a cominciare dai discussi Koopmeiners e Yildiz. Lo avessero esonerato a gennaio, Motta, la Juve sarebbe in Zona Scudetto.
La Juve torna nel salotto buono della Champions
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