Quando Allegri ha detto – seriamente, non sogghignando – “Con il Bologna inizia un nuovo campionato…”, ho pensato a un vecchio detto bolognese – impubblicabile – riferito al maramaldeggiare sull’avversario indifeso. La…voglia Motta (battuta rubata) dei bolognesi dopo averle prese in casa dall’Empoli poteva difficilmente essere soddisfatta a casa Juve, dov’è bastato un gol di Kostic per mettere in ginocchio il Bologna; poi Vlahovic, Milik. Il Bologna con la Juve non è uno sfidante ma un contribuente; dunque se fossi nel Conte Max ci andrei piano a parlare di rinascita, lo attendiamo ad altre prove augurandogli di non disperarsi mentre vede volare il Napoli, l’Atalanta, il Milan e la Roma. La Vecchia Signora ha cinicamente mostrato più di una volta la capacità di recuperare il tempo perduto. Se è vero che ha ricominciato ieri la (troppo facile) rimonta, bentornata. In fondo, un campionato senza Juve è come un uovo senza sale.
Mentre se ne parla con rimpianto anche sul fronte juventino, legando il suo nome ai tempi migliori, Beppe Marotta affronta il suo più difficile momento critico: ha risollevato l’Inter con Conte, ha retto le ripetute cadute di fiducia dell’ambiente davanti alle difficoltà economiche, è diventato il secondo padre del giovane Zhang: ma ha toppato la scelta di Simone Inzaghi. Questo è il rimprovero degli interisti, più logico delle ingrate proteste contro il colosso cinese che si è inguaiato anche con il calcio. Quattro sconfitte hanno determinato la sfiducia totale nel tecnico che onestamente ha confessato d’essere in bilico. E’ vero che la voglia di novità, di titoli da prima pagina e i confronti con il passato mourignano fanno applaudire oltre misura l’impresa della Roma ma l’indubbia superiorità tecnica dei nerazzurri non sfugge a chi parla di calcio e non di favole. Cadere così davanti a Mou è un dramma. E tornano in scena le scelte sbagliate di Marotta anche davanti a quel magnifico maledetto gol di Dybala, il fuoriclasse che l’Inter ha rifiutato quando la sciagurata Juve gliel’ha offerto come per togliersi un peso. E se la verità fosse un’altra? Se fosse stato Paulo a dir di no per diventare la Joya di chi l’ha davvero voluto, cioè Mourinho? Certi giocatori rivelano ai cinici una personalità nascosta e una sensibilità che solo i grandi panchinari come Rocco e Bernardini e Liedholm e Maestrelli coglievano nelle loro valutazioni. Penso che del tentativo di…ronaldizzare Dybala parleremo a lungo. Da antico viaggiatore nel mondo del pallone non posso far altro che aggiungere il nome del campione argentino a quello dei tanti fuoriclasse respinti da allenatori presuntuosi e critici incolti che misero all’indice personaggi come Pablito (oggi osannato in forma divina) e i Robibaggio incompresi e messi in croce.
Guarda caso, oggi si giudica il trionfale cammino del Napoli come un ritorno al grande calcio del passato. Perchè il Napoli s’è dato un volto nuovo, giovane, bello, sfrontato e gioca come giocavano un tempo i vincitori, per cogliere vittorie rispettando “il bello del calcio”. Che per molti è un mantra, per il vostro cronista un viaggio in mille sfide vissute e raccontato.
LA JUVE IN RIPRESA MA SERVONO ALTRE PROVE
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