Nella prima giornata dell’election day molti hanno preferito forse votare per il turno inaugurale del pallone che ha fatto vedere cose belle (poche) e cose mediocri (molte). Partenza lenta: gol non abbondanti, ma con tre partite in meno. Il boom del Genoa (quattro gol al Crotone) e le vittorie del Napoli e della Fiorentina -oltre alla vittoria (quasi scontata) della Juve- sono state le note salienti della giornata d’avvio. Mentre l’incerto calciomercato ha offerto un nome sicuro per l’Inter (Vidal, un cavallo di ritorno), le condizioni di forma delle squadre, caldo ed errori non hanno favorito del tutto il gioco. Anche se la parziale apertura degli stadi (per mille “fortunati” su alcune piazze), è stato un primo, significativo passo verso la normalità. Certo, il fatto che Inter, Atalanta e Lazio siano rimasti indietro, ha offerto una visione parziale di quel che potrebbe essere questo campionato. Americani e cinesi sono sempre più presenti nelle cabine di comando dei nostri club per i quali lo slogan è questo: cercasi conquibus (danaro o cash, come ha spiegato Rocco Commisso). Allegri, intanto, ha ballato il tango. La sua ex squadra, la Juventus, in mano all’apprendista stregone Pirlo, ha dimostrato subito di volere il decimo scudetto consecutivo: ha vinto meritatamente sulla Samp con i gol di Kulusevski (una delizia), Bonucci e Ronaldo. Non è stata una vittoria travolgente, ma meritata e rassicurante. L’allievo Pirlo ha battuto il veterano Ranieri. Ha cominciato bene anche il Napoli che ha vinto a Parma nella ripresa, anche per il contributo di Osimhen (“Un giovane con la testa di un quarantenne” lo ha definito Gattuso). Mertens e Insigne hanno ripreso la corsa segnando. Liverani ha cominciato bene e ha finito male. Il Sassuolo aveva dominato il Cagliari, aveva costretto Cragno a continui interventi, ma sul finire della partita, Simeone ha dato il vantaggio ai sardi. Ha pareggiato Bourabia. I neroverdi non avrebbero meritato di perdere. Ma così va il calcio. Dzeko c’era nella Roma al Bentegodi, ma in panchina. A Verona la squadra di Fonseca non è andata oltre il risultato bianco, come si diceva ai tempi di Carosio. Friedkin e gli americani, proprietari della squadra giallorossa, ci saranno rimasti male: negli USA non capiscono i pareggi e soprattutto gli 0-0: qualcuno deve vincere. Si adatteranno, in attesa di Milik o di un altro attaccante. Due a uno per il Verona, le traverse: Juric era squalificato ma si è potuto sfogare dalla tribuna. I veronesi hanno cominciato bene. Sirigu aveva salvato il Torino a Firenze, ma il gol di Castrovilli (Chiesa l’ispiratore) ha dato la prima soddisfazione ai viola, più pericolosi dei granata. La nostra impressione è che per adesso il Toro subisce troppo ed è cambiato poco rispetto al passato. L’americano Commisso ha dichiarato orgogliosamente:”Siamo primi!”. E’ una paradossale verità. Ma è in buona compagnia. Maran ha rigenerato il Genoa, ha fatto resuscitare Destro (un gol e una traversa) e ha permesso al vecchio Pandev di segnare un gol meraviglioso. Così il Genoa è partito col piede giusto contro il Crotone, che non è stato solo a guardare, ma ha subito una sconfitta pesante. Il Milan, che in settimana dovrà fare gli straordinari per i preliminare di Europa League, affrontando giovedì i norvegesi del Bodo Glimt, nel Monday Night cercherà i primi punti in campionato contro il Bologna di Mihajlovic, privo di Medel. I rossoneri (che per la difesa puntano sul norvegese Ajer) presenteranno la novità Tonali, attorno a Ibrahimovic. I felsinei (De Silvestri la novità) faranno leva sulla loro buona organizzazione. Mihajlovic punterà sui giovani e ha detto: “Spero che Ibra faccia un pò meno…”. Pioli ha esaltato Tonali e Diaz: “Sono di assoluto talento”. Arbitrerà La Penna. Attenzione al prossimo turno: con Roma-Juventus, le prime emozioni saranno garantite. Ma da che parte starà Dzeko ?
LA JUVE DI PIRLO RIPARTE DAl 3-0 ALLA SAMP
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