Tracciare e tutelare i prodotti dell’agroindustria made in Sicily grazie alla blockchain, la tecnologia che permette di certificare beni senza intermediari “istituzionali”. Di questo si è discusso oggi, a Palermo, in occasione dell’incontro “Le nuove frontiere del digitale. Blockchain e Intelligenza artificiale per la tutela della filiera e lo sviluppo smart dell’agrifood”, organizzato da Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network.
“Il settore che traina il nostro export, al netto dell’oil – ha detto in apertura dei lavori Nino Salerno, delegato per l’internazionalizzazione di Sicindustria/Enterprise Europe Network – è proprio l’agroalimentare. È indispensabile quindi mettersi in linea utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. In questo senso la blockchain rappresenta la nuova frontiera dell’agricoltura smart per la gestione della mole di dati che arrivano dall’Internet of Things, dai droni, da macchinari, da sistemi di rilevazione a livello territoriale così come dal meteo e dalle immagini satellitari”.
Secondo una previsione del World Economic Forum entro il 2025 ci saranno attività che oggi generano oltre il 10% del Pil del mondo che saranno registrate su tecnologie che si basano appunto sui principi della blockchain.
“Si tratta di un sistema rivoluzionario e assolutamente redditizio per le nostre filiere agroalimentari – ha detto Jose Marano, deputata M5S Ars -: il mercato della blockchain globale nel 2017 ha raggiunto quota 339,5 milioni di dollari e si prevede che nel 2021 raggiungerà 2,3 miliardi. Gli investimenti nel mondo sono in continuo aumento. È per questo che in Sicilia ho proposto in Parlamento una legge per la tracciabilità agroalimentare attraverso la Blockchain, ma ancora non è stata calendarizzata. Spero che la nostra isola non perda questa importante occasione. La tecnologia blockchain ha infatti risvolti immediati per la filiera: nell’industria globale infatti, i beni contraffatti rappresentano un valore di circa 461 miliardi di dollari. Sicurezza, trasparenza, qualità, sono dei valori che oggi sono stati messi in discussione. Bisogna invertire la tendenza per far sì che i consumatori possano scegliere con consapevolezza i prodotti di qualità, conoscerne la storia con la massima trasparenza. Non ci sono intermediari, enti che controllano, è un sistema decentralizzato che rappresenta una grande rivoluzione”.