L’emozione di tornare nella città dove ha iniziato la carriera, l’attesa per la ripresa del cammino verso la fase finale di Euro 2020, la ramanzina a Kean e Zaniolo, gli infortuni dei convocati. Sono questi i temi principali della conferenza stampa del ct azzurro Roberto Mancini, al primo giorno di ritiro a Casteldebole nel Centro tecnico “Niccolò Galli” del Bologna. Poche, ma precise parole segnano l’inizio di questo ritiro che porterà la Nazionale ad affrontare due nuove gare di qualificazione all’Europeo. Gli Azzurri, infatti, sono arrivati stamattina nel capoluogo emiliano dove resteranno in ritiro fino a mercoledì per poi partire alla volta di Yerevan, dove il giorno dopo affronteranno l’Armenia (ore 18 italiane), quindi il volo verso Tampere dove l’8 giocheranno contro la Finlandia (ore 20.45). “Non saranno partite semplici perché sia i giocatori dell’Armenia che quelli della Finlandia giocano da mesi e la loro condizione fisica è al 100%, la nostra un po’ meno – avverte Mancini – Noi abbiamo però tecnica e classe, oltre a combattere fino alla fine. Dal lato fisico saranno un po’ più avanti di noi”.
A complicare la situazione anche i problemi fisici di alcuni giocatori. Dopo il forfait dovuto agli infortuni nei giorni scorsi di Giorgio Chiellini e Mattia De Sciglio, il centrocampista della Roma Bryan Cristante è febbricitante e la sua situazione sarà valutata nelle prossime ore. Il difensore dell’Inter Danilo D’Ambrosio, chiamato in sostituzione di De Sciglio, si aggregherà ai compagni in tarda serata mentre è stato aggiunto ai convocati il centrocampista del Friburgo, Vincenzo Grifo, in arrivo dalla Germania. “Siamo all’inizio, qualche problema in più del solito ci può stare – minimizza il ct azzurro – Abbiamo perso 4-5 giocatori dalle convocazioni. I problemi sono quelli di inizio stagione”. A tenere banco altri due grandi assenti, Moise Kean e Nicolò Zaniolo, non convocati nella Nazionale maggiore dopo che lo scorso giugno, durante gli Europei Under 21, erano arrivati tardi a una riunione tecnica e per questo erano stati messi fuori squadra dall’allora ct Luigi Di Biagio. Punizione che non è ancora finita. “Sicuramente mi faranno comodo più avanti, non mi piace lasciarli a casa per punirli. Sono giovani. Gli abbiamo dato una grande opportunità e speriamo serva loro per il futuro. Devono imparare a comportarsi bene. Un professionista deve comportarsi bene sempre”. Mancini ha ricordato che “per giocare in Nazionale ci vogliono qualità tecniche e di comportamento. Hanno fatto cavolate, ma essendo giovani devono imparare. La prossima volta se meritano ci saranno. Sono due giocatori sui quali contiamo. Oltre ai valori tecnici ci sono cose importanti. Non vale solo per loro, ma anche per gli altri. Non li ho chiamati perché non c’è bisogno”, ha aggiunto. Sugli undici che scenderanno in campo il ct non si sbilancia. Solo su Donnarumma non ci sono dubbi. “I giocatori che abbiamo qua sono i migliori al momento. Sono con noi da tempo, stanno facendo bene sia in campionato che con noi. Sirigu – ha spiegato il ct in merito alle dichiarazioni del portiere del Torino – sa quali sono le gerarchie e sa che possiamo contare anche su di lui. Donnarumma è il titolare”.
Mancini è intervenuto anche sui cori razzisti di cui è stato vittima ieri a Cagliari l’interista Lukaku e che hanno scosso il mondo del calcio italiano. “La speranza è che queste cose finiscano. Accade anche in Inghilterra. Persone poco intelligenti purtroppo ci sono. Siamo nel 2019, ormai quei tempi dovrebbero essere passati. La maggior parte delle persone capisce e sta cercando di fare il suo meglio per superare questa situazione. Sbagliano oggi e forse diminuiranno con il tempo, ma ci saranno sempre”, ha commentato Mancini. E poi il capitolo Bologna a partire da Sinisa Mihajlovic: “L’ho sentito. Mi sembra stia meglio e che tutto vada per il verso giusto e questo mi rende felice e renderà felici tutti quelli che gli vogliono bene”. Con una punta di emozione, poi, Mancini ricorda anche i suoi esordi a Bologna: “Per me è sempre un’emozione venire qua a Casteldebole. Non avevo nemmeno 13 anni quando sono arrivato. E’ sempre un piacere esserci”.