Dybala show e magia di Douglas Costa. In mezzo, sofferenze inattese e difesa in costante affanno, con Szczesny perforato due volte da Diabatè. Il Benevento se la gioca alla grande, rimonta due volte, ma la Juventus sbanca il Vigorito: 4-2 con tripletta della Joya, due volte a segno dal dischetto, Allegri piega De Zerbi come da pronostico ma suda le fatidiche sette camicie per lanciarsi a quota 81 e a +7 dal Napoli. Che significa un altro pezzetto di scudetto cucito addosso, anche se qualche scoria dopo il ciclone Ronaldo – di nuovo avversario tra quattro giorni – è ancora evidentemente da smaltire. La rivoluzione di Allegri dopo la disfatta con il Real Madrid coinvolge tutti i settori, in particolare la difesa, dove davanti a Szczesny agiscono Rugani e Benatia con Lichtsteiner e Alex Sandro sulle fasce. E’ Mandzukic il riferimento più avanzato del 4-3-3 bianconero, con il croato Cuadrado e Dybala, che salterà per squalifica il match del Bernabeu di mercoledì. Si rivede Marchisio, turno di riposo per Khedira. De Zerbi cerca di annullare i 65 punti che lo separano dalla capolista confidando in Diabatè, decisivo contro il Verona, e i tre (Brignola, Guilherme e Djuricic) alle sue spalle. Come previsto è la Juventus a tenere il pallino del gioco, il Benevento attende, riparte e calcia anche (alto) verso Szczesny con Sagna. Ma al 16′ la sblocca Dybala: appoggio di Cuadrado per la Joya, che ha tutto il tempo (Viola in ritardo) per mirare l’incrocio dei pali dal limite e portare la Juventus in vantaggio. Gran gol dell’argentino, che prova a mettersi alle spalle l’espulsione contro il Real. Il Benevento ha orgoglio da vendere. Szczesny mura Sandro, poi compie un mezzo miracolo su Djuricic: ma nulla può, nella stessa azione, sul tirocross di Guilherme trasformato da Diabatè, in anticipo su Alex Sandro, nell’1-1 che fa esplodere il Vigorito. Juve un po’ sottoritmo, prova a scuoterla Dybala: punizione, Puggioni c’è. Poi è clamoroso l’errore di Cuadrado, lanciato dalle retrovie: solissimo, si divora il 2-1 al 34′. Poi Mandzukic-gol: annullato. Nel recupero la Juve rimette la freccia: serpentina di Pjanic in area arrestata sul più bello da Djimsiti. Inizialmente Pasqua lascia correre, ma dopo consulto del Var cambia idea: dal dischetto glaciale (nonostante temperature quasi estive) Dybala, alla rete numero 20. Il più è fatto? No. Calcio d’angolo di Viola, Diabatè si libera della marcatura di Benatia e di testa fa di nuovo secco Szczesny. Clamoroso 2-2, ma non fa una grinza. Allegri decide di lanciare Douglas Costa e Higuain per Cuadrado e Marchisio, De Zerbi si copre con Cataldi per Brignola. Poi fuori (tra gli applausi) Diabatè, tocca a Iemmello. La punizione di Pjanic non impensierisce Puggioni, mentre Szczesny suda freddo sul corner di Viola che per poco Tosca non trasforma nella rete del 3-2 campano. Ma come spesso è accaduto, il Benevento si fa del male da solo: un’altra ingenuità in area (Viola su Higuain) induce Pasqua a fischiare il secondo rigore di giornata, senza ausilio tecnologico stavolta. Ci pensa ancora Dybala, Juve per la terza volta in vantaggio ma mai al sicuro: perchè Iemmello viene fermato in extremis dall’uscita bassa di Szczesny e perchè la difesa bianconera attraversa un pomeriggio di grande sofferenza. A togliere ogni apprensione ad Allegri ci pensa Douglas Costa: splendida accelerazione dell’ex Bayern e mancino a giro all’incrocio, ecco il poker. Il Benevento (al 94′ Szczesny si salva in qualche modo su Viola) esce tra gli applausi, la Juventus con altri tre punti. E ora punta tutto sul miracolo al Bernabeu.
La Fiorentina non si ferma più e batte anche la Roma. Sotto il sole dello stadio Olimpico, nella prima vera giornata primaverile della capitale, la squadra di Pioli coglie la sesta vittoria consecutiva in campionato battendo 2-0 i giallorossi grazie ai gol segnati nel primo tempo da Benassi e Simeone. Un successo voluto fortemente dai viola e difeso in ogni modo grazie alle parate di Sportiello e anche ad un pizzico di fortuna, come dimostrano le statistiche: oltre il 60 per cento del possesso palla per la Roma, ma soprattutto 19 tiri in porta (tra cui un palo e una traversa) contro i 4 tentativi degli ospiti. La squadra di Eusebio Di Francesco, del resto, capisce subito che la giornata non è felice perché al primo affondo, dopo appena sette minuti, la Fiorentina trova il vantaggio: sugli sviluppi di una punizione battuta dalla trequarti, Saponara trova Benassi al centro dell’area e l’ex centrocampista del Torino supera Alisson con un sinistro rasoterra. La reazione della Roma è immediata e furente. I giallorossi giocano un buon primo tempo, sempre all’attacco, controllando il possesso palla e creando diverse occasioni da gol. I tiri di Strootman, El Shaarawy e Bruno Peres non spaventano Sportiello, impacciato in uscita alta al 13’ ma fortunato perché Dzeko colpisce la parte esterna del palo. Il portiere della Fiorentina è invece attento al 26’, quando chiude la porta all’attaccante bosniaco solo in area di rigore benché in posizione defilata. La squadra di Pioli, reduce da cinque vittorie consecutive, è brava e fortunata nel resistere al pressing giallorosso. E alla prima ripartenza trova addirittura il raddoppio: Simeone accelera centralmente, beffa Manolas e Bruno Peres e poi batte Alisson, permettendo alla Fiorentina di andare al riposo in vantaggio di due gol con due tiri in porta. Al rientro dagli spogliatoi, la Roma prova una seconda reazione. Di Francesco manda in campo Schick per un insufficiente Defrel, ma l’uomo più pericoloso dei giallorossi è sempre e comunque Dzeko, che costringe Sportiello al miracolo dopo neppure un minuto con un gran sinistro. Il bosniaco ci prova ancora con l’esterno al 52’, ma non è preciso. Tre minuti più tardi la grandissima occasione capita sui piedi di Nainggolan, che si presenta da solo in area di rigore ma calcia addosso a Sportiello. Per aumentare ancora la pressione offensiva, Di Francesco inserisce anche Kolarov per Manolas e poi Florenzi per Strootman. E proprio da un cross dell’esterno azzurro, al minuto 74, la Roma sfiora nuovamente il gol, stavolta con Schick che colpisce benissimo di testa ma è sfortunato perché il pallone finisce contro la parte bassa della traversa. Un dominio giallorosso, dunque, ma la Fiorentina resiste anche nel quarto d’ora finale e porta a casa altri tre punti fondamentali nella corsa per un posto in Europa League. Per la Roma, attesa martedì sera dal ritorno dei quarti di Champions contro il Barcellona, è invece la seconda, inattesa battuta d’arresto consecutiva dopo il pareggio di Bologna: il derby del prossimo 15 aprile contro la Lazio sarà ancora più importante nella lotta per la prossima Champions League.
Sesto risultato utile consecutivo per la Spal, che si mantiene a distanza dalla zona retrocessione. Un pareggio, quello ottenuto contro l’Atalanta (reti di Cionek nel primo tempo, De Roon nella ripresa), che attarda invece i lombardi nella corsa all’Europa. Partenza subito aggressiva per l’Atalanta, con un’incursione da destra di Hateboer, che mette un cross molto interessante sul quale però Gomez non arriva in tempo. La palla giunge a Gosens che conclude sul primo palo, ma trova la respinta di Meret. Dopo 10 minuti in apnea, alza la testa anche la Spal con Grassi, che sorprende a sinistra sia Heteboer che De Roon e si presenta a tu per tu con Berisha, ma il portiere albanese allontana di piede. Non è così impeccabile l’ex Lazio al 18’, quando su di un tiro senza troppe pretese di Viviani da fuori area, non trattiene il pallone rischiando una clamorosa autorete. Esaurita la spinta iniziale atalantina è la Spal che prende campo e al 20’ sfiora il vantaggio: iniziativa di Antenucci sulla sinistra a tagliar fuori sia Hateboer che Masiello e palla scaricata a Costa, che tira a botta sicura ma la sua conclusione viene deviata in corner da Mancini. Clamoroso palo del Papu Gomez, con un tiro che prende una bellissima traiettoria a rientrare, ma la palla si stampa sul legno, sulla ribattuta si avventa Freuler che segna, ma giustamente Damato annulla per posizione irregolare. Quando si accendono, i giocatori bergamaschi sono in grado di fare la differenza, come al 32’, quando ci vuole un recupero miracoloso di Lazzari su Gomez, al termine di un’azione elegante della coppia Freuler-Petagna. Al 39’ passa in vantaggio la squadra di Semplici con il primo gol in serie A di Cionek, che su una perfetta punizione battuta da Viviani incorna e manda alle spalle di un incolpevole Berisha. Nella ripresa Gasperini si gioca la carta Cornelius, ma è Gomez a sorprendere la difesa emiliana sulla fascia destra, anche se la sua conclusione viene deviata da Meret. Ad avvicinarsi al raddoppio è però la Spal, con un gran tiro a giro dalla distanza di Viviani, che colpisce una clamorosa traversa. Risposta bergamasca con una conclusione di Freuler al termine di una serie di ribattute in area, ma il pallone finisce di poco a lato. Gasperini allora inserisce in campo un altro attaccante, il giovane Barrow, che subito prova a concludere a rete su assist di Gomez, ma Meret lo anticipa. Alla mezzora la punta del Ghambia impensierisce con un tiro dall’interno dell’area Meret e sul proseguo dell’azione Costa trattiene il Papu Gomez. Damato decreta il calcio di rigore. Se ne incarica De Roon che non sbaglia nonostante il tocco del portiere. Le due squadre non si accontentano del pareggio e attaccano con grande veemenza. Si rinnova soprattutto il duello Barrow-Meret, con il portiere friulano che in un paio di occasioni si oppone alla grande alle conclusioni del giovane atalantino. Nel finale la Spal reclama un calcio di rigore per un calcio in area di Masiello su Paloschi, ma Damato (e il Var) non se ne accorgono.
Pareggio senza reti nel derby della Lanterna. Al ‘Ferraris’, Sampdoria e Genoa non vanno oltre uno 0-0 che non ha offerto granché dal punto di vista tecnico. Coreografie spettacolari dalla due curve ma primo tempo senza particolari emozioni in una stracittadina agonisticamente accesa e nulla più. Attente le difese (ma i blucerchiati perdono subito Murru per infortunio), portieri chiamati ad un lavoro di ordinaria amministrazione, compreso Perin che, proprio al 45′, blocca senza problemi un rasoterra da fuori di area di Quagliarella. Nella ripresa, Linetty al 5′ non arriva d’un soffio su un rasoterra di Torreira, al 15′ i doriani protestano per una trattenuta in area di Rigoni su Praet considerata lecita da Massa. Al 17′ Quagliarella non sorprende Perin, al 19′ Caprari mette di poco sopra la traversa e al 20′ Hiljemark chiama in causa Viviano. Al 35′ doppia parata di Perin, prima su Linetty e poi su Caprari, nel finale tanto agonismo ma risultato che non si sblocca.
(ITALPRESS).