Juve indecifrabile, Inter sicura, Kvara una rarità

Ho messo mano – e cuore – al commento del campionato partendo dai tre gol del Lecce a Empoli. Straordinari. Cominciamo bene. Due parole versatili. Assertive o ironiche. E infatti dopo poco c’è il derby della Mole che offre agli juventini il dodicesimo pareggio insieme agli ormai solidi dubbi sulle capacità di Motta e l’abilità di Giuntoli. Mi pento di aver rivelato il precedente storico di Maifredi così adatto a inquadrare le scelte bianconere; mi pento perchè di solito gli interessati reagiscono sdegnati e minacciosi con un “te lo faccio vedere io Maifredi!”. E si rovinano. E infatti imitano il suo tempo, la sua Juve, lo sconcerto di una squadra costosa che offre un gioco indecifrabile e una impotenza da disperata sgradita ai tifosi che hanno preteso la rinuncia a Allegri. Che hanno sbolognato Chiesa (doppio senso) e fischiato Vlahovic. E dire che con il City…
Passa altro tempo, un’altra mortificazione, Milan-Cagliari, confessata da Conceiçao: “Ho visto il primo tempo più brutto da quando sono allenatore”. Invece il secondo… E dire che con l’Inter in Supercoppa il suo Milan sembrava uno squadrone. A proposito di Inter, sembra che giochi un altro campionato. E qui, in Italia, che va valutata, le prove continentali non rispondono a strategie precise. Il suo percorso è sicuro, talchè sembra non accusare stanchezza o straniamenti da primato. Il Napoli tiene serenamente la testa della classifica con un autogol e una bomba d’Anguissa a Verona, banale e fatale vendetta – anche se i nerazzurri devono recuperare due partite, teoricamente sei punti – ma proprio mentre Conte lavora per dargli un animus da scudetto ecco che gli cedono Kvaratskhelia. Dicono che per ottanta milioni si dovrebbe portarlo a Parigi in carrozza. Dicono questo quelli che ormai raccontano le storie di fondi finanziari americani non le favole napoletane. Per me Kvara è stato un capolavoro inedito, una rarità tecnica diventata una Storia di Cuore.
Lo dico arrivando alla zona del mio cuore, il bel Bologna che Italiano sta proponendo come se non fosse la stessa squadra ridicolizzata in Europa. Sembra il Sarri d’antan che a Napoli rinunciava alla Coppa per vincere lo scudetto e perdeva entrambi. Solo che a Italiano chiedono soltanto un posticino in Europa e mostra di meritarlo anche se con la Roma invece di cogliere tre punti deve accontentarsi di uno, grazie alla Var che al 98′ decide di assegnare il rigore del 2-2 alla Roma non solo con gli abituali dubbi ma con una affermazione palese d’impotenza dell’arbitro che assegna il penalty solo quando i giocatori giallorossi lo spaventano con proteste degne di cartellini rossi, mentre l’unico giallo se lo becca il rossoblù Lucumi per aver detto “non ho toccato il pallone”. Si sta realizzando la più banale delle mie profezie, diventata audace grazie al lecchinismo dell’opinionismo: dissi che la Var avrebbe invalidato l’arbitraggio e demolito l’arbitro. Sta succedendo. E sono sicuro che l’Ifab stia già trattando l’acquisto di sostituti robotizzati. Trattando con chi? Con Elon Musk, naturalmente.

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]