Povera Juve. Anzi: povero Allegri. Quando s’avvicina al Mapei Stadium gli dedico da tempo – ormai un decennio – il canto delle mondine, “Quando saremo a Reggio Emilia…”. Lì c’è da riscuotere un credito – “Bella mia sei arrivata” cantano al Milan, alla Juve – e invece aumenta il debito. Un’altra sassata, un poker di gol che può annientare ogni voglia di ripresa vagheggiata dopo il ritorno in gol della coppia Vlahovic-Chiesa. E mi dico, anche se non è un suggerimento tecnico: ma perchè Max quando va a far visita al Sassuolo non indossa una corazza, non si copre come può – mica tanto, in effetti, con la difesa che si ritrova – almeno per evitare il gol\beffa di Berardi che l’aspetta?
E adesso parliamo del Napoli. Preferisco dedicarmi alle grandi deluse piuttosto che alle milanesi a loro volta deludenti ma vincenti: il Milan con un ritorno di fiamma di Leao – accidentale o segnale di totale ripresa? – l’Inter con la buona volontà di Dimarco, quello che non piace ai raffinati ma rappresenta meglio di altri la concretezza di Inzaghi. Al quale va pur detto che i suoi 5-cambi-5 sembrano più una pesca di beneficenza (vediamo cosa vien fuori) che un ragionato turnover.
Barella per Frattesi, De Vrij per Bastoni, Sanchez per Thuram, Carlos Augusto per Dimarco…Se poi metti Arnautovic per Lautaro, alla fine, sembra che vada a cercar guai…E davanti cos’ha? L’Empoli che con Andreazzoli è tornato decente dopo la disfatta romana. Niente di più.
La crisi del Napoli – ovvero del suo allenatore – è stata sonoramente annunciata da De Laurentiis con il messaggio “Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti!”. Come se non avesse visto la partita – dirà un qualsiasi spettatore di Bologna-Napoli. Mannò, l’ha vista eccome e ha anticipato l’inevitabile verdetto degli ipercritici di Garcia. La cui massima colpa è aver l’aria di uno sprovveduto passante su una panchina bollente: spende gli uomini che ha ma senza certezza, sa di doverli caricare a bomba ma quando vedi Kvaratskhelia addentato dall’onesto Ndoye e Osimhen calciare un rigore come fosse un impiccio, ti sorge il dubbio che vogliano negargli il capitone e il baccalà di Natale. De Laurentiis è anche lo scaltro presidente che ha capito i fischi napoletani di Bologna all’uscita di Kvara e Osi: non erano per loro ma per Garcia. E adesso il resto lo dirà al suo tecnico. E non ho dubbi che in privato sarà con Garcia più duro dei critici.
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(ITALPRESS).
JUVE E NAPOLI LE GRANDI DELUSE, MILANESI DELUDENTI MA VINCENTI
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