Son volati gli stracci, alla fine, con la pesanti parole di Conte contro il proprio club, il diverbio fra Gattuso e Inzaghi e le malevole insinuazioni qua e là. E’ nello stile generale. Abbiamo assistito a un campionato in due spezzoni. Della prima parte, prima del Covid, si era vista la solita Juventus, sia pure sconfitta da una bella Lazio che aveva ottenuto vittorie significative, oltre che contro Juve, su Inter e Napoli grazie a un Immobile scatenato: 26 gol; l’Inter aveva alternato cose buone e scivoloni incredibili (vittorie nei derby, sulla Lazio, ma anche una doppia sconfitta con la Juve). Si era messa in mostra un’Atalanta capace di fuochi d’artificio in attacco (sette gol all’Udinese, al Torino e al Lecce, cinque al Milan e al Parma), mostrando Gomez fra i migliori assist-man d’Europa e un bel girone di ritorno. Milan, Atalanta e Sassuolo hanno giocato meglio di tutti. Ma siccome anche i punti della prima parte hanno avuto un peso, la Juventus ha conquistato il nono scudetto di fila per una sola lunghezza sull’Inter e 5 su Atalanta e Lazio. Ci si chiede cosa sarebbe successo con una giornata in più: ci sarebbe stato il sorpasso ?
Mille indiscrezioni sullo scarso entusiasmo per Sarri, sull’arrivo di Pirlo all’Under 23 che preluderebbe a una panchina in futuro e tutto è demandato all’accesso nella fase finale di Champions e ai successivi risultati. La partita col Lione sarà decisiva, come sarà curioso vedere il comportamento dell’Atalanta contro il PSG. Per il Napoli solo speranze, contro il Barcellona. L’Inter, che ha sofferto di importanti infortuni (Sensi e Vecino, fra i più pesanti), è arrivata seconda con un ottimo finale e la prova di forza sul campo dell’Atalanta: non l’hanno aiutata certamente nè le voci per la partenza di Lautaro, nè le mattane di Brozovic. In zona Europa League, la Roma ha vissuto momenti difficili, ma ha recuperato nel finale arrivando quinta e riscoprendo Zaniolo. Con l’acquisto di Ibrahimovic, il Milan di Pioli (prima sull’orlo del licenziamento, poi confermato) ha cambiato andatura e ha chiuso in bellezza; il Napoli (con Gattuso in panchina) ha vinto la Coppa Italia. I prossimi impegni europei dell’Inter (Getafe) e Roma (Siviglia) sono abbordabili, ma non si sa mai. Buoni campionati hanno disputato il Verona e il Parma che a un certo punto han pensato alle coppe; la Fiorentina e il Cagliari dopo campionati in chiaroscuro (i sardi erano partiti forte con Maran, esonerato come adesso Zenga, in favore probabilmente di Di Francesco) si sono riscattati nel finale di stagione e senza Nainggolan i sardi hanno battuto la Juve !
Nella lotta per la salvezza, a Spal e Brescia non è servito cambiare allenatore, mentre Genoa e Lecce se la sono giocata fino all’ultimo, ma la difesa-colabrodo dei salentini ha pesato. Alla fine l’ha spuntata il Genoa che rimane nella massima serie, mentre la squadra di Liverani retrocere dopo appena un anno. Hanno rischiato anche Udinese, Sampdoria e Torino che hanno tratto qualche beneficio dal cambio di panchina. Ci ha impressionato favorevolmente il lavoro di Gasperini, Pioli, Inzaghi, Gattuso, Juric e Ranieri in panchina. Gli oscar ai migliori giocatori li daremmo anzitutto a Immobile, che ha uguagliato il record di Higuain con 36 gol e vinto la Scarpa d’oro dopo Toni e Totti. Poi: Ronaldo e Dybala della Juve; Gomez e Muriel dell’Atalanta; Lukaku e Sanchez dell’Inter; Pellegrini e Dzeko della Roma; Ibrahimovic e Hernandez del Milan; Mertens e Insigne del Napoli e via via tutti gli altri: Caputo del Sassuolo, Amrabat del Verona, Castrovilli della Fiorentina, Kulusevski del Parma, Palacio del Bologna, Nainggolan del Cagliari, De Paul dell’Udinese, Gabbiadini della Samp, Belotti del Torino, Criscito del Genoa, Lapadula del Lecce, Tonali del Brescia e Petagna della Spal. Fra i portieri il migliore è stato Gigio Donnarumma del Milan, ma Szczesny della Juve, Musso dell’Udinese, Handanovic dell’Inter e Sirigu del Torino meritano una citazione.
Un accenno agli arbitri, impegnati in prestazioni ravvicinate e alla prese con un regolamento che li ha costretti a decisioni spesso discutibili. Ha smesso Rocchi: peccato. Assidue le presenze di Maresca, Doveri, Giacomelli, Massa, Guida, La Penna, Giua, ma anche quelle dei collaudati Orsato, Mariani, Pairetto e Valeri. Due parole merita la Nazionale di Mancini, che dopo aver vinto una serie infinita di partite (undici di seguito) è stata quasi dimenticata. In attesa di saperne di più, è bene ricordare che la squadra azzurra è un patrimonio nazionale. Non è stato un bel campionato per nessuno. Ma bisognava portarlo a termine per i quattrini. Speriamo non capitino più tour de force così stressanti che, secondo noi, allontanano la gente dagli stadi per il futuro.
JUVE CAMPIONE, DIETRO INTER, ATALANTA E LAZIO IN 5 PUNTI
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