L’assessore all’Ambiente della regione Basilicata, Francesco Pietrantuono in una replica nel corso del dibattito in Consiglio sull’Itrec di Rotondella (Matera), ha specificato che “quando si è arrivati alla conferenza di servizi del 10 aprile scorso, in cui si portava avanti il progetto esecutivo della rimozione della probabile causa dell’inquinamento, mancava ancora il riscontro dell’Ispra”.
Il rappresentante dell’esecutivo ha detto quindi che “per quanto riguarda i pozzi di drenaggio esisteva la posizione della Regione e dell’Arpab, su come smaltire le acque che era diversa da quella di Enea. Il punto di sintesi – ha messo in chiaro – è arrivato nei giorni successivi ed ha corroborato la versione che poi ha portato la magistratura a disporre il sequestro: le acque dovevano essere smaltite preventivamente e diversamente, ed equivalendo a rifiuti non avrebbero dovuto essere reimmesse a mare”. Dopo gli interventi di altri consiglieri, Pietrantuono ha preso di nuovo la parola per le conclusioni, auspicando “un approfondimento della questione per evitare di generare confusione su temi complessi”.
“Si tratta – ha evidenziato l’assessore – di una vicenda che proviene dagli anni ’80 e che è stata scoperta nel 2015, per una Via all’interno dell’area di proprietà di Enea imposta dal Minsitero, e che dopo uno stop di un anno e mezzo circa ha ripreso ad essere studiata in maniera scrupolosa e dettagliata. Fondamentale è stato il contributo dei tavoli della trasparenza, in cui si sono articolati livelli di discussione veramente importanti. Mi riferisco ad esempio a quello del mese di giugno del 2017, molto utile anche sulla parte di indagine relativa all’inquinamento chimico- convenzionale”.
“Oggi – ha continuato – si avviano diverse attività, e forse rispetto alla posizione di Arpab e Regione Basilicata la Sogin avrebbe fatto bene ad adempiere nei tempi adeguati. Abbiamo fiducia, intanto, nel lavoro della magistratura, che sicuramente continuerà. Ma bisogna allo stesso tempo evidenziare che dal punto di vista radiologico la situazione è sicuramente sotto controllo. Nei prossimi giorni seguiremo con grande attenzione – ha assicurato l’assessore – la vicenda dell’impianto di depurazione ed è chiaro che proveremo a ragionare con Ispra per tenere insieme sia l’aspetto radiologico che quella della depurazione in loco del sito. C’è poi la questione di una corretta informazione sul territorio: abbiamo provato ad articolarla con i tavoli trasparenza, con comunicazioni aggiuntive via web di atti e documenti. Ma forse non basta. Esiste una complessità della questione che merita un approccio più attento, partendo anche dal fatto che la materia investe Sogin ed Enea, che sono i soggetti non responsabili, che però hanno trovato l’inquinamento in seguito alla Via ministeriale del 2015”.