L’Italia è fra le prime quattro in Europa e ora se la deve vedere con la Spagna, classico avversario di tante battaglie. Nella “Plaza de Toros” di Wembley, gli azzurri si giocheranno l’accesso alla finale europea. Chi perderà vedrà appesa la sua testa alla parete dei vincitori come trofeo della corrida. E’ una lunga storia calcistica, quella fra le “furie rosse” e gli azzurri: 37 partite, 11 vinte dall’Italia, 13 pareggi e 13 sconfitte. Il più cocente ko è stato quello del 2012, quando nella finale europea di Kiev, la squadra di Prandelli – allo stremo in fatto di energie – venne travolta per 4-0 dalla formazione di Del Bosque. La più recente vittoria degli azzurri, quella di Conte in Francia, agli ottavi degli Europei del 2016, con gol di Chiellini e Pellè. Roberto Mancini e Luis Enrique stanno ricostruendo e forse il nostro ct è un pò più avanti rispetto al tecnico iberico. La “Roja” ha fatto passi avanti, ma è molto lontana da quella della “generation dorada” che vinse tutto fra il 2008 e il 2012. Parliamo degli Iniesta, Sergio Ramos, Xabi Alonso, Fabregas, ecc. Luis Enrique ha diversi problemi in difesa, primo quello del portiere Unai Simon, che nonostante tutto resterà al proprio posto, e deve fare delle scelte per compattare il reparto arretrato. Garcia o Pau Torres ?
Il centrocampo va bene con l’esperienza di Busquets e Koke e la fresca inventiva di Pedri, giovane che sta sbalordendo. Gli attaccanti Morata e Moreno hanno sbagliato tante occasioni e Sarabia è ko. Giocherà Olmo. Il possesso palla è una della caratteristiche peculiari spagnole. Il percorso delle Furie Rosse è stato punteggiato da alti e bassi: inizio difficile con pareggi contro Svezia e Polonia e conquista della qualificazione contro la Slovacchia (5-0), poi vittoria nei tempi supplementari sulla Croazia e addirittura ai rigori contro la Svizzera. Quindi gli iberici hanno “giocato” più degli azzurri e potrebbero risentire della fatica e dello stress. Più compatta appare la squadra azzurra il cui unico problema (dopo i tempi supplementari contro l’Austria) è stato quello dell’infortunio di Spinazzola che verrà sostituito da Emerson. Se vogliamo fare i ragionieri, gli spagnoli finora hanno segnato dodici gol, rigori esclusi, mentre l’Italia ne ha fatti undici. Per quanto riguarda le difese, quella di “Lucho” ne ha presi cinque, l’Italia due. Ma in queste competizioni così brevi quel che conta è il momento e, ad occhio e croce, forse sta meglio la squadra di Mancini che dovrebbe confermare quasi tutti, anche se nel corso della gara non è escluso un turnover con giocatori più freschi in difesa (Toloi?), a centrocampo (Locatelli?) e in attacco (Belotti?).
L’andirivieni di questo Europeo “itinerante” ha stressato di più la Spagna. Lucho ha avuto critiche per le scelte fatte, e ha rivendicato il proprio diritto- finchè in sella- di decidere chi deve giocare. In realtà c’è chi pensa che sotto sotto affiori anche l’antagonismo fra Barcellona e Madrid. Più serena l’atmosfera in casa azzurra, dove nel commovente congedo di Spinazzola, i compagni gli hanno promesso di arrivare sul podio e di voler festeggiare con lui, che ha contribuito alle vittorie con prestazioni giudicate di grande spessore. Per quanto riguarda la semifinale di Wembley, si tratta di un classico del calcio Europeo. Verranno ammessi solo 6.500 tifosi italiani residenti in Gran Bretagna. Da questo punto di vista è stato uno strano periodo, col Covid (e le varianti) che ha costituito un impedimento obiettivo. Ci siamo illusi, forse ignorando il potere degli inglesi e i soldi che ci sono di mezzo, di poter far spostare la fase finale a Roma. Figuriamoci. Nonostante i successi azzurri e degli spagnoli, nel ranking mondiale, che fluttua perchè è in corso anche la Coppa America, il Belgio è sempre avanti con Brasile, Francia, l’Inghilterra; l’Italia (quinta) e la Spagna sono andate avanti, ma non troppo.
Ma la classifica continua a cambiare e la partita di Wembley potrà muovere qualcosa. Una curiosità di carattere scaramantico riguarda le maglie: finora l’Italia ha battuto tutti gli avversari che si sono presentati vestiti di rosso. Anche la Spagna aveva giocato con quella maglia. Ha cambiato: sarà in bianco. Luis Enrique ha usato parole melliflue nei confronti dell’Italia e ha pensato un confronto” ben giocato, divertente e intenso”. A chi gli ha ricordato la partita negli USA, quando Tassotti gli diede una gomitata, mandandolo ko, e le ripercussioni che quell’episodio potrebbe avere sulla partita, ha risposto: “Io ho dimenticato quel fatto e molti dei miei giocatori non erano nemmeno nati”. Mancini è stato prudente, come nel suo stile: ” La tensione c’è. Sarà una partita diversa da quello col Belgio, anche Emerson è un giocatore diverso da Spinazzola che aspettiamo con noi. Vialli è un fratello”. Bonucci ha definito Morata un “amico e un attaccante totale”. L’Italia è una squadra. E’ una somma di individualità emergenti. Può vincere. La ruota del calcio gira e per anni ha girato per la Spagna. Stavolta, può darsi, che giri a favore degli azzurri.
ITALIA-SPAGNA UNA “CORRIDA” CHE VALE LA FINALE DI EURO2020
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