ITALIA-GERMANIA: A SCUOLA DAGLI SCONFITTI

Ricordo il titolo di un giornale italiano: “Sul coronavirus non c’è partita: Italia-Germania finisce 0-4”. Sanità, Produzione, Struttura Amministrativa, Classe Dirigente, più bravi loro, una squadra quasi perfetta, un trainer – Angela Merkel – di statura internazionale.
Da oggi, Germania-Italia 5-0. Già. Loro giocano il campionato per portarlo a conclusione mentre noi sappiamo che FORSE il 13 giugno si potrebbe, SEMPRE CHE i club che si erano detti disponibili e compatti non cedano piuttosto alle lusinghe di Spadafora, il quale offre, mellifluo, fin dal Parlamento a giocatori e dirigenti ignavi una lunga vacanza senza lavorare. Già che c’è, gli garantisca anche il reddito di cittadinanza, perchè grazie a loro – se il disegno criminoso riuscisse – la Serie A, già Paradiso dei milionari, diventerebbe l’Inferno dei disoccupati.
A dire il vero, preferisco vestire i panni dell’appassionato, non del tifoso, e so che oggi (sabato), dopo la sospensione della Serie A con Sassuolo-Brescia, ultima partita della 26esima giornata, giocata lunedì 9 marzo, rivedrò una partita di calcio, Borussia Dortmund-Schalke 04, alle 15.30, paytv, non so se con la voce di Caressa o di Adani, suggerisco uno dal taglio teutonico e Sky dovrebbe farsi prestare dalla Rai Bizzotto. Poi alle 18.30 l’altro Borussia quello di (cito Brera) Munchenvadarviaiciapp contro l’Eintracht. E domani, prima domenica dopo il Coronavirus (tedesco) Berlino contro Bayern, e lunedì Werder Brema -Leverkusen…
Ma in realtà mi girano. Eccome. Prendiamo lezione da un calcio che abbiamo – con rispetto – dominato. Da Italia-Germania 4 a 3 a Messico 70, alla finale di Madrid 82, Italia-Germania 3 a 1, eppoi quella magica semifinale nel 2006, Italia-Germania 2 a 0 da morire, Grosso al 119′, Del Piero al 121′, Dio che festa! E adesso, dobbiamo prendere lezione di come si fa, come si organizza un campionato, come di gioca col virus, solo perchè siamo in mano a burocrati cacasotto. Sì, come dice anche Malagò è possibile che si cominci eppoi ci si fermi per qualche contagiato. Come no. Ci stanno pensando anche le imprese vere, non sportive, dopo il regalo che gli ha fatto il governo decidendo che chi si ammala di Coronavirus in fabbrica, in azienda, deve considerarsi infortunato sul lavoro. Ma è mai possibile che ci debba far guardar dietro così, fessi d’Europa? Almeno Macron ha deciso: campionato chiuso per ferie. A loro, ai francesi, il calcio gli fa un pò schifo, come a noi il rugby che non vince mai.
Poi Rummenigge, il “Kalle” che noi abbiamo reso simpatico, gradevole (mi torna in mente Helmut Haller che definii “napoletano” per la sua liberata fantasia) che annuncia: “La finestra del nostro campionato si aprirà sul mondo intero, ci vedranno un miliardo di persone che avranno una notizia preziosa: la Germania sta bene, lavora e si diverte”.
La partita di pallone che si gioca oggi a Dortmund, davanti a tribune vuote, anzi piene di cartonati che rappresentano il pubblico assente, per i tedeschi è un atto di coraggio, per noi un rischio; per loro un segnale di speranza, per noi un fremito di paura; per loro un momento esaltante del Lohengrin wagneriano. Per noi, massì, “O Signore, dal tetto natio..”. Già, il coro dei Lombardi all’ennesima crociata.

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