Istruzione: sono 258 milioni i bambini che non vanno a scuola

bambino orfanotrofio

L’istruzione è un diritto inalienabile per l’umanità e rappresenta il primo e più importante passo verso una società libera e senza disuguaglianze.

Eppure, al giorno d’oggi più di 258 milioni di bambini nel mondo ancora non hanno accesso a un adeguato percorso scolastico, vivendo in condizioni di povertà che li privano anche dei diritti fondamentali.

Questo dato mette in evidenza una situazione piuttosto critica, che interessa moltissimi Paesi dove i più piccoli non possono quindi beneficiare di quella che è, a tutti gli effetti, un’importante possibilità di riscatto.

L’istruzione permette infatti di contrastare l’analfabetismo, ma anche le sue innumerevoli conseguenze, come la mancanza di opportunità, le disuguaglianze sociali, la scarsa conoscenza dei propri diritti e, soprattutto, l’incapacità di rivendicarli.

Africa subsahariana e Asia meridionale: dove la situazione è più critica

I Paesi in cui i dati sulla scuola sono più allarmanti sono quelli dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale, dove la povertà, i conflitti e l’instabilità politica privano ogni giorno i più piccoli del diritto fondamentale di aspirare a un futuro migliore.

In Etiopia, per esempio, attualmente più di 4,3 milioni di bambini non hanno accesso a un percorso di istruzione. Devastato da una lunga guerra civile, il Paese non dispone di adeguate infrastrutture scolastiche: molti edifici sono andati distrutti, mentre i pochi rimasti in piedi molto spesso non dispongono di servizi igienici né dei materiali didattici necessari a garantire un adeguato percorso di studi.

Lo stesso accade in Malawi, un territorio che registra un’alta percentuale di scuole inagibili o fatiscenti, in cui manca praticamente ogni cosa, dalle sedie, ai banchi, alle lavagne. Ad aggravare la situazione c’è il fenomeno delle classi sovraffollate, talvolta composte anche da più di 70 bambini, che rende estremamente complesso garantire a tutti un’adeguata istruzione.

Anche in Mozambico la carenza di infrastrutture scolastiche costringe i più piccoli a rinunciare allo studio. In queste aree, solo il 20% degli adolescenti ha accesso a un percorso scolastico, mentre il 45% delle bambine in età scolare non ha nemmeno mai avuto l’opportunità di frequentare una scuola.

In Asia, invece, una delle situazioni più critiche si registra in Bangladesh, dove il 25% delle persone di età superiore ai 15 anni è completamente analfabeta. Per quanto riguarda l’istruzione, la percentuale maggiore di bambini che non frequenta la scuola si registra in particolare nelle zone rurali.

Guardando al fenomeno da una prospettiva più ampia, è possibile notare come la delicata situazione scolastica in Asia meridionale e nell’Africa subsahariana sia legata anche alla distanza che spesso separa gli istituti e i villaggi, che di fatto preclude ai bambini delle zone più remote la possibilità di accedere facilmente all’istruzione.

Talvolta, i percorsi scolastici sono invece così costosi da rappresentare un lusso per quelle famiglie che vivono in condizioni di povertà. In alcuni casi, le situazioni di disagio economico e sociale spingono i genitori a sottovalutare l’importanza dell’istruzione, con il risultato che molti bambini sono costretti ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della famiglia.

Tutto questo alimenta il fenomeno dell’abbandono scolastico, che priva i più piccoli del loro diritto all’infanzia, obbligandoli a fare i conti con un presente e un futuro di emarginazione. Nei contesti familiari più vulnerabili, inoltre, le bambine sono costrette a contrarre matrimoni precoci, andando incontro a un avvenire fatto di privazioni, violenza e sottomissione.

Favorire l’istruzione per un mondo migliore

La situazione scolastica critica che affligge molti Paesi a Sud del mondo solleva numerosi interrogativi sul ruolo che la società può avere per assicurare a tutti l’accesso all’istruzione.

Attualmente, esistono diverse organizzazioni internazionali indipendenti attive nel promuovere e tutelare questo diritto. Si tratta di realtà come ActionAid, da sempre impegnata nel sostenere chi vive in condizioni di marginalità con progetti e programmi di sostegno a distanza.

Per quanto riguarda nello specifico il diritto allo studio, gli interventi sono su più fronti: si va dal supporto alla costruzione di nuove infrastrutture scolastiche alla promozione di iniziative per sensibilizzare le famiglie sull’importanza dell’istruzione, fino ad arrivare a fornire alle scuole risorse come fondi, attrezzature e materiali didattici, indispensabili per assicurare ai bambini tutto ciò di cui hanno bisogno. Inoltre, ActionAid sollecita le autorità locali a garantire adeguati percorsi scolastici, incoraggiando contemporaneamente intere comunità a conoscere e rivendicare i propri diritti.

Il diritto all’istruzione è infatti sancito da numerose convenzioni internazionali, a cominciare dal Patto internazionale del 1966, che lo riconosce come fattore essenziale per permettere a ogni individuo di sviluppare il proprio potenziale e contribuire alla costruzione di società basate su uguaglianza, sicurezza e prosperità.

Anche la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1990 riconosce questo diritto, esortando gli Stati ad adottare misure adeguate affinché ogni bambino possa ricevere un’istruzione, avere un’infanzia serena ed essere tutelato da ogni forma di abuso. Ma a sancire il diritto all’istruzione è anche la più recente Agenda 2030, che riconosce l’importanza di garantire a tutti i bambini l’accesso a percorsi scolastici equi, inclusivi e di qualità.

In ogni parte del mondo, del resto, l’istruzione rappresenta da sempre un importante strumento in grado di spezzare la spirale di diseguaglianza che, nei contesti più vulnerabili, è fonte di povertà, sfruttamento ed esclusione. Per i bambini è un diritto fondamentale, ma rappresenta anche un investimento per il benessere di intere comunità: un pilastro fondamentale su cui costruire un futuro di crescita, in cui tutti hanno pari opportunità di sviluppo e dignità.