Strategia a una, due o addirittura tre soste, come nel caso di Valtteri Bottas, alla fine quinto con la Mercedes e autore del giro più veloce, nel Gran Premio del Messico. Colpa dell’elevato livello di usura delle gomme, causato in parte anche dall’altitudine. Alla fine ne è uscito vincitore Max Verstappen, che ha optato per una strategia a due soste con la sua Red Bull, e due soste ha fatto anche Lewis Hamilton a cui è però bastato il quarto posto per assicurarsi il suo quinto titolo Mondiale. Cinque dei primi dieci si sono fermati una sola volta, compresi tre piloti che hanno iniziato con le hypersoft prima di completare un lunghissimo stint con le supersoft. Mescola con la quale Kimi Raikkonen ha completato 54 giri dopo essere partito con le ultrasoft. In tutto si sono viste sei diverse strategie fra i primi 10 al traguardo. “Dal punto di vista della gestione delle gomme è stata una gara intelligente, con la strategia a due soste che si è confermata vincente anche se molti altri piloti hanno optato per quella a una sosta – osserva Mario Isola, responsabile car racing di Pirelli – Sin dall’inizio i team hanno dovuto gestire le gomme, fra degrado e anche graining, e si sono visti diversi approcci. Nessuno dei primi tre team, infatti, ha usato la stessa strategia con entrambe le monoposto, un segnale di quanto fosse difficile decidere. Come era prevedibile, i team hanno dovuto reagire alle circostanze della gara con le virtual safety car che hanno reso ancora più complesse le strategie. Complimenti a Lewis Hamilton e alla Mercedes per un meritatissimo Mondiale piloti dopo una stagione dominante”, ha chiosato Isola.
Pirelli rimarrà in Messico per l’ultimo test di sviluppo in chiave 2019: in pista martedì Antonio Giovinazzi con la Sauber, poi il debutto dimostrativo in F1 per la colombiana Tatiana Calderon.
ISOLA “IN MESSICO STRATEGIA A 2 SOSTE VINCENTE”
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