L’iscrizione a ruolo consiste nell’inserimento del nome del debitore nel ruolo, ovvero in un elenco di soggetti debitori, compilato e aggiornato dagli enti impositori, nel quale appaiono le generalità del debitore stesso e la somma dovuta.
Ne deriva che l’iscrizione a ruolo è una fase fondamentale per poter riscuotere crediti diversi da parte di Stato, enti previdenziali, enti locali e altri enti pubblici. La sua importanza non è relativa solamente ai crediti tributari, quanto anche a crediti di natura previdenziale, o ancora sanzioni, spese giudiziarie, e così via.
L’iscrizione a ruolo
Per poter procedere alla riscossione dei crediti degli enti impositori, l’ente creditore forma un elenco dei soggetti debitori che contiene le generalità degli stessi, la somma dovuta e il titolo in base al quale è dovuta.
Una volta che sul ruolo, ovvero sull’elenco, viene apposta la firma del dirigente dell’ente, lo stesso verrà consegnato all’agente per la riscossione competente per territorio, al quale è demandato l’onere di procedere con il tentativo di recupero dei crediti, nelle vie previste dalla legge.
Si tenga naturalmente conto che al giorno d’oggi la procedura di cui sopra è completamente telematizzata e, dunque, non vi sono più apposizioni di visti cartacei, tranne alcuni casi.
Dall’iscrizione al ruolo alla cartella di pagamento
Da quanto sopra dovrebbe essere piuttosto chiaro come l’iscrizione a ruolo sia solamente uno dei passaggi – fondamentali – utili per poter riscuotere il credito.
L’agente della riscossione provvede infatti a formare, sulla base dei ruoli ricevuti, la cartella di pagamento, un atto che contiene per ogni debitore l’indicazione delle somme da versare. La cartella dovrà poi essere notificata al debitore attraverso gli ufficiali giudiziari, gli ufficiali della riscossione, i messi comuni o il servizio postale.
Si tenga conto che oltre alla somma dovuta all’ente creditore, la cartella di pagamento include anche gli interessi che decorrono dalla data di formazione del ruolo, e l’aggio, che rappresenta il rimborso delle spese per l’attività dell’agente della riscossione.
Il pagamento della cartella
Il pagamento della cartella può essere effettuato in uno degli uffici dell’agente della riscossione o in tutte le banche e gli uffici postali convenzionati. I pagamenti possono essere anche parziali (prima il capitale, poi gli interessi), o con rateizzazione, che dovrà evidentemente essere richiesta e autorizzata dall’agente della riscossione.
In linea di massima la rateizzazione può essere concessa fino a un massimo di 72 rate mensili con applicazione degli interessi legali. È anche possibile ottenere una sospensione per un anno.
Nell’ipotesi in cui, invece, il debitore ritenga che la cartella non debba essere pagata, può procedere con tre strade alternative nel tentativo di evitare una esecuzione forzata:
- proporre l’istanza all’ente creditore, che può disporre la sospensione del procedimento di riscossione, se ne ravvisa la necessità;
- proporre ricorso contro la cartella di pagamento alla commissione tributaria competenze, sulla base del domicilio della riscossione;
- nel caso in cui il debito non sia riferibile a tributi, ma ad altro titolo (sanzioni amministrative, ad esempio), proporre ricorso ex art. 617 c.p.c.
Maggiori informazioni
Per poter ottenere maggiori informazioni sull’iscrizione a ruolo o su una cartella di pagamento di propria competenza, si può evidentemente ricorrere ai desk dell’Agenzia delle Entrate, rivolgendosi all’ufficio territorialmente competente.
In questo modo sarà possibile ottenere maggiori informazioni NON sul debito e sulla sua natura, ma sulle modalità di gestione della cartella di pagamento, come ad esempio le richieste di rateizzazione. Per avere maggiori informazioni sull’insorgenza del debito iscritto a ruolo occorrerà invece rivolgersi direttamente all’ente creditore.
Si tenga comunque conto che difficilmente un debito viene iscritto a ruolo senza passaggi preliminari (lettere di messa in mora, intimazioni di pagamento, e così via), e che dunque il debitore dovrebbe avere tutto il tempo di formulare una giusta “strategia” per gestire la propria posizione passiva.