VENEZIA (ITALPRESS) – È stata Giovanna Palandri, nipote del generale Enrico, a scoprire la targa nell’atrio di Palazzo Civran, con cui viene intitolata ufficialmente a suo nonno la caserma della Guardia di Finanza, a Cannaregio, sede del I Gruppo e del Centro Addestramento di Venezia. La cerimonia si è tenuta questa mattina alla presenza di diversi rappresentanti della Gdf e di altre autorità militari e civili. Per l’Amministrazione comunale ha preso parte all’evento l’assessore alla Sicurezza.
Sono intervenuti, tra gli altri, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Venezia Giovanni Salerno e il Comandante interregionale dell’Italia Nord – Orientale Bruno Baratti. Hanno presenziato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, il questore Maurizio Masciopinto, il presidente del Tribunale, Salvatore Laganà ed altri esponenti delle Forze dell’ordine. Presenti, insieme a Giovanna Palandri, alcuni familiari del generale Enrico.
Palandri, nato a Firenze il 27 marzo 1896, è entrato nelle Fiamme Gialle giovanissimo nel 1914 ed è stato promosso sottotenente a soli 20 anni. Insignito della Medaglia d’argento al Valor Militare, ha combattuto entrambe le guerre mondiali. Da maggiore, fu scelto per far parte della Commissione Militare Italiana per l’organizzazione della Guardia di Confine Albanese. Fu poi nominato comandante del Battaglione Speciale “E”, con cui guadagnò la Croce di Cavaliere dell’ordine Militare d’Italia, ottenendo anche due encomi solenni. Si è congedato dal corpo nel 1960, dopo 46 anni di servizio.
Il suo nome viene dato alla caserma, si spiega nella motivazione, per aver contribuito, l’11 marzo 1921, all’arresto di un pericoloso contrabbandiere, nonostante questi fosse armato di fucile e tridente e lo avesse ferito in più punti.
Palandri, si legge, “riusciva a trattenerlo con strenua lotta per circa mezz’ora ed a farlo trarre in arresto da un drappello poi accorso”. A chiusura della cerimonia, la consegna di alcune targhe e dei fiori alla nipote, che ha ringraziato, commossa, per l’omaggio al generale Enrico.
(ITALPRESS).