ROMA (ITALPRESS) – Musica e intelligenza artificiale: opportunità, rischi e la sfida della regolamentazione, è il titolo del seminario che si è tenuto questa mattina al Ministero della Cultura che ha promosso l’evento per riflettere sul tema insieme ad istituzioni, esperti e soggetti coinvolti.
“L’intelligenza artificiale è una risorsa importantissima”, ha detto Mazzi, Sottosegretario alla Cultura, durante il suo discorso di apertura dei lavori, riconoscendone “la potenza rivoluzionaria che ha già nelle vite di tutti noi e che avrà sempre di più in futuro. Siamo di fronte a uno scenario che è difficile decodificare e capire. Mazzi ha poi affrontato la questione legata ai rischi: “l’Intelligenza artificiale può diventare un’opportunità eccezionale per pochissimi a danno di tutti gli altri. Il cammino che sta facendo impone una riflessione comune per capire come regolamentarla”.
Sulla musica, sono due le questioni esaminate dal Sottosegretario alla Cultura, una “prettamente tecnica, della tutela del diritto d’autore. Credo che sia sacro e chi crea vada protetto. Oggi l’intelligenza artificiale poggia su tutto quello che l’uomo ha creato, per questo anche sotto un profilo giuridico è evidente che lì ci saranno dei contenuti di proprietà di chi li ha creati e vanno remunerati”.
L’intelligenza artificiale, questa la seconda questione, “potrà entrare e interferire molto con l’intelligenza umana che da creatrice dell’intelligenza artificiale potrebbe un domani essere sopraffatta da questa. C’è il rischio di non distinguere il vero dal falso. Di compromettere milioni di posti di lavoro e questo per l’umanità sarà un problema”. L’intervento di Mazzi si è concluso con l’ascolto di due canzoni generate tramite l’intelligenza artificiale stessa usando alcune parole del seminario.
L’incontro è stato diviso in due parti, la prima moderata dal Presidente del Comitato per il Diritto d’autore del MiC, Salvatore Sica, che ha introdotto gli interventi di Eleonora Rosati, professoressa di Diritto della Proprietà Intellettuale all’Università di Stoccolma e Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, intervenuti rispettivamente sul Training dell’AI tra diritto d’autore e AI Act e sulla Intelligenza artificiale, creatività protetta e diritti della personalità.
La Tavola rotonda “Musica e AI, alla ricerca di un corretto equilibrio”, ha caratterizzato, invece, la seconda parte del seminario, con gli interventi di: Alberto Barachini, Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Salvatore Nastasi, Presidente SIAE, Enzo Mazza, CEO FIMI e Diego Ciulli, Direttore agli Affari Governativi e alle politiche Pubbliche di Google Italia. Moderati da Marta Cagnola, Giornalista de Il Sole 24 Ore.
Barachini, rispetto DDL AI approvato in Senato, ha fatto riferimento all’introduzione di una nuova fattispecie di reato che “non è previsto ancora dall’IA Act europeo, che è un processo in definizione” e cioè il deep fake per cui ha spiegato: “il rischio principale è che i contenuti modificati in maniera tecnologica tramite l’uso dell’intelligenza artificiale cambino la percezione del contenuto nei confronti dei cittadini. Un bene strategico nella formazione della coscienza dei cittadini e della partecipazione democratica”, mettendosi così a supporto dell’informazione e del giornalismo.
“Stiamo lavorando a una strategia di spinta dei codici etici all’interno delle redazioni, chiedendo agli editori di applicare dei codici di autoregolamentazione, in attesa che alcune norme del disegno di legge e dell’IA Act, che avrà le prime applicazioni in estate, possano dare ulteriore contenuto. La musica è un bene che supera anche i contenuti editoriali, perché è un bene materiale e immateriale, che comprende anche dinamiche economiche e commerciali che sono alla base del sistema. Ma allo stesso tempo è un bene spirituale che si collega all’animo delle persone”. “SIAE ha iniziato una battaglia con Meta su come gli autori di intelligenza artificiale funzionino e quali siano le regole. Un ulteriore sforzo per un passaggio alla camera ci vuole”, ha affermato Nastasi parlando di trasparenza. “Manca l’obbligo di espressa autorizzazione dell’autore all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Gli autori non sono contro l’intelligenza artificiale che apre un mondo nuovo”.
Il presidente SIAE ha aggiunto: “Abbiamo fatto un sondaggio tra gli autori che rappresentiamo. Solo 2 autori su 10 la vedono con favore. Vuol dire che ne hanno paura. Dobbiamo cercare di rovesciare questo rapporto”, tenendo conto sia di chi non ne vuole usufruire che di chi ne può beneficiare, ha chiarito.
“L’importante è che ci siano delle regole stabilite. Con l’intelligenza artificiale solo nei prossimi tre anni perderemo 22 miliardi di euro a livello mondiale di remunerazione. È chiaro che gli autori siano spaventati e che dobbiamo cercare di rendere quel rapporto più trasparente”. “La parte regolamentare è fondamentale”, ha ribadito anche Mazza, precisando “È sbagliato mettere in contrapposizione la tutela dei diritti d’autore e l’innovazione”.
Mazza, che ha parlato di una terza rivoluzione nel campo della musica, citando le due precedenti avute con il download e lo streaming, a margine dell’incontro ha spiegato: “L’intelligenza artificiale generativa da un lato è una grande opportunità, perché è in grado di facilitare la creazione e il consumo di musica. Dall’altro porta dei rischi e necessita di regole che consentino ai creatori di sfruttare queste tecnologie e alle piattaforme di utilizzare questi contenuti per facilitare l’accesso alla musica ai consumatori”.
“Bisogna assolutamente regolamentare l’intelligenza artificiale perché andremo incontro ad una generazione mediocre e sfaticata, passatemi il termine, perché con una macchina che lavora al posto mio non farò e imparerò nulla”, ha affermato Gigi D’Alessio, intervenuto in collegamento video. “Una macchina non ha mai espresso emozioni. L’intelligenza artificiale è un recipiente di contenuti che mischia le carte e tira fuori una canzone. Che fine faranno gli autori”, si è chiesto D’Alessio citando Mogol, Migliacci e Baglioni, “che hanno scritto canzoni che sono nel nostro dna? Dobbiamo usare le macchine, non dobbiamo farci usare da loro. La creatività verrà meno e avremo tutti prodotti uguali. Sembra che a oggi stia parlando da solo”, ha detto D’Alessio, rispetto all’importanza di mettersi in prima linea.
“Nel mondo della musica c’è anche chi ha bisogno dell’intelligenza artificiale per comporre un brano, però non è giusto. Non parlo più per me, perché quello che dovevo fare l’ho fatto, ma per i giovani che avranno grosse difficoltà con dei prodotti uguali ma soprattutto senza anima. Dobbiamo fare assolutamente qualcosa per impedire che questo accada”.
-Foto xl5/Italpress-
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