“Un bilancio ampiamente positivo, una partecipazione larghissima di rettori e delegati di tutte le Università italiane, ma soprattutto un’occasione di confronto, di riflessione sia sui contenuti che sulle strategie”. Così a Bari il rettore dell’Università, Antonio Uricchio tirando le somme della tre giorni di convegno Geo-Crui sull’innovazione didattica che si è tenuto in Ateneo. Un’occasione di confronto e di scambio di esperienze fra i rettori e delegati delle Università italiane. Si è parlato infatti di e-learning, di strutture di contaminazione sia didattica-ricerca, sia didattica-terza missione, di confronto docente-studente, di lezioni partecipate e poi di didattica verticale e di valorizzazione delle forme di apprendimento in itinere. “Le esperienze che sono state rappresentate in queste giornate – ha detto Uricchio – dei tanti Atenei che hanno potuto rappresentare le proprie strategie e metodologie, sono state un’occasione – ha continuato – di crescita per tutti. Anche il nostro Ateneo con la professoressa Corbo e la professoressa Perla, anime di questo convegno – ha aggiunto – ha fornito un contributo, ma anche raccolto sollecitazioni e idee”.
“La presenza – ha proseguito Uricchio – in molti Atenei di metodologie di didattica innovativa, sta a significare anche una crescente attenzione del tema. Didattica innovativa – ha spiegato – significa anche confronti più allargati e più aperti anche sulle opportunità di valorizzazione della didattica. La presenza poi del direttore del ministero (Daniele Livon, direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore del Miur, ndr) – ha ribadito – ha dato ulteriore sale alla tematica, perché – ha chiarito – con lui abbiamo affrontato anche i problemi delle strategie governative e ministeriali a riguardo. C’è una volontà, un impegno forte – ha sottolineato – nell’innovare la didattica, nel valorizzarla, nel riportarla anche al centro delle politiche di Ateneo e soprattutto consentire attraverso l’innovazione didattica di sviluppare anche le energie e le competenze. Quindi – ha aggiunto – stimolare gli interessi degli studenti, renderli protagonisti, partecipi del loro processo anche di apprendimento e soprattutto di intervenire su quelle competenze – ha concluso – che oggi il mercato del lavoro, complesso e globale, richiede”.