La commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Giuseppe Simeone, ha concluso oggi l’esame degli emendamenti alla proposta di legge sull’assistenza infermieristica familiare e di comunità. La proposta, illustrata nella seduta del 19 febbraio 2019, è stata profondamente rivisitata alla luce dei nuovi interventi legislativi e della nuova organizzazione della sanità regionale. Mira a creare, attraverso un nuovo modello di assistenza infermieristica, una seria alternativa all’ospedalizzazione dei pazienti e alle Rsa.
In particolare sono stati approvati numerosi emendamenti presentati dal consigliere Paolo Ciani (Centro solidale), per specificare in maniera più puntuale il ruolo e i compiti degli infermieri che saranno impegnati nell’assistenza familiare e di comunità.
La proposta ora passa all’esame della commissione Bilancio dove sarà esaminata la norma finanziaria, poi tornerà in commissione Sanità per il parere definitivo e, infine, arriverà all’attenzione del Consiglio regionale.
“Auspico da tempo il potenziamento dell’assistenza territoriale nella nostra regione – dice Simeone -. L’introduzione della figura dell’infermiere di famiglia rappresenta un passaggio fondamentale che va nella direzione giusta. C’è la necessità di adottare modelli di assistenza che garantiscano la presa in carico dei cittadini oltre a rendere più efficiente la rete sanitaria. Personalmente considero l’infermiere di famiglia come il pivot in una squadra di basket. Il fulcro, una figura di smistamento, per non dire il punto focale tra il paziente e la sua famiglia e il medico ospedaliero o di famiglia”.
“Naturalmente – prosegue Simeone – il ruolo dell’infermiere di famiglia deve assumere un aspetto rilevante nell’ambito del rafforzamento dei servizi sociosanitari. Penso al potenziamento dei servizi domiciliari e di prossimità e per le persone anziane. Il sistema di assistenza socio-sanitario a mio avviso va ripensato. Dobbiamo puntare su un nuovo modello di welfare legato alle attività di cura alle persone, capace far dialogare meglio i servizi sociali di Comuni e Regione, con il sistema sanitario nazionale e regionale, integrando quindi nuove figure sociosanitarie a quelle esistenti. E la figura dell’Infermiere di famiglia – conclude – va introdotta per ridisegnare le nuove frontiere dell’assistenza territoriale”.
(ITALPRESS).