ROMA (ITALPRESS) – Valutazione di impatto di genere ex-ante obbligatoria per la Pubblica Amministrazione da fare su tutti i programmi di investimento e interventi legislativi nazionali, regionali e comunali per garantire un’allocazione più efficiente delle risorse. È questa la “rivoluzione” a cui sta lavorando Inclusione Donna e di cui si è discusso nel convegno “Vig-Valutazione Impatto di Genere. Uno strumento strategico per il gender mainstreaming” in Campidoglio. La Valutazione di impatto di genere (Vig) è una metodologia innovativa pensata per analizzare e valutare la qualità di politiche, programmi e iniziative pubbliche garantendo un’allocazione più efficiente delle risorse e sarà essenziale per promuovere l’uguaglianza di genere e garantire che ogni decisione tenga conto delle diverse esigenze di tutti per creare una società socialmente più giusta e sostenibile.
Il convegno, promosso da Inclusione Donna, è stato aperto dai saluti istituzionali di Monica Lucarelli, Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale, e di Virginia Raggi, Consigliera di Roma Capitale. Al dibattito, moderato dal giornalista Rai Valerio Iafrate, hanno partecipato Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità; Giulio Lo Iacono, Segretario Generale ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile; Aline Pennisi, Unità missione NG-EU/RGS del Ministero dell’Economia e delle Finanze; Sila Mochi – co-fondatrice di Inclusione Donna. La discussione si è concentrata sulla Valutazione di impatto di genere (Vig), una metodologia innovativa pensata per analizzare e valutare la qualità di politiche, programmi e iniziative pubbliche garantendo un’allocazione più efficiente delle risorse. Questo strumento sarà essenziale per promuovere l’uguaglianza di genere e garantire che ogni decisione tenga conto delle diverse esigenze di tutti per creare una società socialmente più giusta e sostenibile. Sila Mochi, co-fondatrice di Inclusione Donna, ha affermato: “L’evento ha un duplice obiettivo. Il primo è quello di chiedere alle istituzioni di valutare seriamente la possibilità di cambiare le regole di redazione del bilancio preventivo dello Stato centrale e locale e della pubblica amministrazione affinché possa essere concretamente fatta la valutazione di impatto di genere ex ante, su tutti i programmi di investimento. Questo consentirebbe al nostro Paese -che è il paese delle imprese che poi operano sulla base dei requisiti della Pubblica Amministrazione- di lavorare in un contesto dove la parità di genere non sia più un problema da risolvere, ma uno stato di fatto e di diritto. Il secondo obiettivo è quello di avviare un percorso di cambiamento culturale all’interno della politica affinché anche tutte le misure legislative dello Stato centrale e locale tengano conto della valutazione di impatto di genere ex-ante, ancora prima di iniziare a redigere un disegno di legge. Tutto ciò che occorre è che, oltre alle organizzazioni private, sia anche la pubblica amministrazione e lo Stato in generale, a fare proprie tutte le politiche del gender mainstreaming e tutto ciò che serve perché effettivamente la parità di genere non sia più motivo di dibattito e che rientri, come tante cose, nella nostra quotidianità di lavoro e di vita”.
Giulio Lo Iacono, Segretario Generale ASviS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha dichiarato: “L’ASviS da anni evidenzia che, per capire se le politiche possono effettivamente ridurre le disuguaglianze di genere esistenti, è necessario avere dati dettagliati che consentano una valutazione preventiva e successiva delle politiche stesse: un obiettivo fondamentale per raggiungere gli obiettivi del Goal 5”.
Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D. ha commentato: “L’adozione della VIG può trasformare radicalmente il modo in cui vengono pianificate e implementate le politiche pubbliche, garantendo che siano eque e sostenibili. È necessario un impegno collettivo, ma è particolarmente importante che il settore pubblico dia l’esempio applicando leggi e promuovendo il cambiamento per accelerare uno sviluppo economico sostenibile e favorire una cultura che valorizzi le diversità, a partire da quella di genere. Per raggiungere una vera inclusione, è cruciale che ogni intervento legislativo e programmatico venga valutato anche per il suo impatto sulle donne”.
Giuseppe Rossi, Presidente di Uni, ha dichiarato: “La normazione tecnica è pronta a mettere a disposizione le competenze e le metodologie già sviluppate con la UNI/PdR 125 sulla gestione della parità di genere (e la sua certificazione di parte terza), affiancandole con un approccio quantitativo (“se non si misura non si conosce e non si può migliorare”) per dare ulteriore concretezza alle iniziative di parità quando vengono applicate in nuove iniziative di investimento o in misure legislative”. Inclusione Donna nasce il 3 dicembre 2018 da un’idea di alcune donne, tra cui Sila Mochi e Carolina Gianardi, già impegnate nell’associazionismo femminile e convinte della necessità di unire le forze per promuovere la parità di genere nel mondo del lavoro e della rappresentanza. A oggi riunisce 75 associazioni e 50 Ambassador e rappresenta oltre 55 mila donne, professioniste, manager, imprenditrici, impiegate in diversi settori del mondo lavorativo e non, dal sud al nord del nostro Paese.
-foto ufficio stampa Inclusione Donna –
(ITALPRESS).
Inclusione Donna al lavoro con Uni e Valore D su valutazione impatto di genere
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