PALERMO (ITALPRESS) – L’importanza della prevenzione per ridurre gli incidenti stradali è stata al centro di un convegno che si è svolto a Villa Magnisi, a Palermo. Un’iniziativa promossa dagli assessorati alle Infrastrutture e Mobilità, alla Salute e all’Istruzione della Regione Siciliana. Statistiche drammatiche e in peggioramento dimostrano che in Italia gli incidenti stradali costituiscono una delle prime cause di morte. Un’emergenza sia per l’impatto sulla salute delle persone coinvolte, sia per le conseguenze economiche. Nel 2022 sono stati segnalati 1.362 incidenti mortali con un totale di 1.489 decessi, in aumento rispettivamente del 7,8% e dell’11,1% rispetto al 2021: è quanto comunicato dalla Polizia Stradale, Specialità della Polizia di Stato, sulla base delle analisi sulle attività svolte lo scorso anno. L’elevato numero di morti o di invalidità permanenti o temporanee che ne derivano riguarda principalmente la fascia di popolazione compresa tra i 15 e i 44 anni di età, ed è soprattutto sulla fascia giovanile che si è dibattuto, alla luce anche degli ultimi tragici eventi.
“C’è da fare parecchio. Poco meno di 10 anni fa l’assessorato aveva già promosso un programma attraverso un vero e proprio decreto di educazione stradale intensa come prevenzione primaria degli incidenti. Sono diversi i fattori rischio, come quelli della circolazione nelle strade urbane ed extraurbane, la segnaletica stradale mal concepita, infrastrutture carenti, e soprattutto l’abuso di sostanze psicotrope che alterano le gestione dei riflessi, lo stato di coscienza, la consapevole percezione che quando si guida un mezzo in strada si mette a repentaglio la salute di tutti, in primis i pedoni che costituiscono l’indice statistico più disgraziatamente colpito da questi fenomeni. La regione si sta impegnando. E’ importante riferirsi a modelli omogenei, senza dare spazio a libere interpretazioni perchè la componente individuale dell’approccio alla guida è assolutamente determinante nella costituzione di eventi pericolosi”, ha dichiarato Salvatore Requirez, dirigente generale del DASOE (Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) dell’assessorato regionale alla Salute.
“L’incontro è una condivisa riflessione su quello che deve fare la regione anche sul profilo della sanità. Serve uniformare gli interventi attraverso la collaborazione interistituzionale per far sì che il numero dei sinistri non riprenda a salire e raggiungere i livelli della fase pre pandemica – aggiunge Requirez -. E quindi misure severe, maggiore rigore nei controlli, nella concessione delle patenti, revisione sotto il profilo medico, clinico e sanitario dell’abilità a condurre i mezzi, e poi un grande lavoro di preparazione che deve cominciare dai più teneri anni di età. A livello scolastico esistono dei programmi, corsi preparatori all’esame della guida per il conseguimento della patente B che in alcune regioni hanno dato risultati straordinari. Preparare consapevolmente la coscienza dei futuri automobilisti credo sia alla base di qualsiasi strategia per contenere questo triste fenomeno”.
Secondo fonti ACI, nel 2022 i conducenti controllati con etilometri e precursori sono stati 415.995, di cui 13.448 sanzionati per guida in stato di ebbrezza alcolica,(12.273 uomini, 1.175 donne) mentre quelli denunciati per guida sotto effetto di sostanze sono stati 1.181. Insieme ad alcool e stupefacenti, anche la stanchezza è letale, così come la distrazione derivante dall’uso smodato dello smartphone al volante. L’Unione Europea, nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, nel Goal 3.6, fissa l’obiettivo di dimezzare, entro il 2030, il numero di decessi a livello mondiale e delle lesioni da incidenti stradali. Nel quadro 2021-2030 per la Sicurezza Stradale, I’UE ha confermato lobiettivo di avvicinarsi all’azzeramento del numero delle vittime entro il 2050, “Vision Zero”.
Nell’aula magna della sede dell’Ordine dei Medici di Palermo, docenti, sociologi e altre autorevoli personalità si sono confrontati su un tema più che mai attuale, sottolineando l’importanza di attività di sensibilizzazione e informative che educano alla responsabilità, politiche di mobilità sostenibile partecipata, con il coinvolgimento di tutti gli operatori del territorio.
“Una volta si assisteva agli incidenti del sabato sera, di neopatentati inesperti che correvano sotto effetto di droghe o alcool andando incontro a destini fatali. Oggi invece è una ricorrenza quasi quotidiana di episodi di questo genere, non sempre mortali, in ambito cittadino. Ciò significa che c’è una disattenzione quasi totale dell’utente della strada, tra automobilisti e pedoni, che concorrono molto spesso alla realizzazione di un determinato evento – dichiara il procuratore Aggiunto Ennio Petrigni -. In Sicilia le statistiche sono meno pessimiste anche se ci sono situazioni per le quali molto spesso, nonostante il sinistro, si decide di non denunciare, optando piuttosto per una transazione tra le parti. Abbiamo un codice della strada che è tra i migliori esistenti in Europa, così come un codice penale che assiste le vittime della strada, un codice civile che li assiste in un secondo momento in termini di ristoro. Lo Stato mette tutta la sua attenzione possibile, ma non basta. La prevenzione va fatta a livello microscopico e i genitori possono insegnare ai figli ancora minorenni la buona educazione, il rispetto dei diritti degli altri, soprattutto il diritto alla vita”.
Responsabilità e consapevolezza sono dunque punti chiave del convegno. E’ fondamentale adottare una serie di comportamenti da attuare per ridurre al minimo le possibilità di causare o incorrere in incidenti quando ci si mette alla guida di un qualsiasi veicolo, dalle auto alle moto, passando per le biciclette e i monopattini, fino ad arrivare ai mezzi di trasporto commerciali.
L’evento si è concluso con una Tavola Rotonda alla quale ha preso parte tra gli altri il direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza Arnas Civico di Palermo, Massimo Geraci. “Quello degli incidenti stradali è un tema che ci investe pienamente, sia in termini di quantità degli accessi sia in termini di complessità rispetto al trattamento di eventuali traumi gravi – dichiara Geraci – Registriamo negli ultimi anni un deciso incremento di casi soprattutto nella fascia giovanile, vittime di incidenti stradali, e che a livello mondiale rappresentano la prima causa di morte. Assistiamo a un aumento di accessi a seguito dei sinistri anche da parte della nuova generazione di bicicli elettrici, soprattutto monopattini, frutto a volte di imprudenza e inesperienza. Sono casi ai quali serve dare la priorità assoluta e tutto questo porta a un enorme flusso di lavoro, nonchè a un problema poi di gestione dell’urgenza percepita. Le aree di emergenza sono inoltre coinvolte per quel che riguarda gli aspetti giuridico amministrativi, quindi l’eventuale accertamento di tossicologia forense, la conferma di stati di alterazione al momento dell’incidente. Qui non si tratta unicamente di prevenzione. Penso che bisognerebbe dare spazio anche a interventi mirati a intercettare situazioni relazionali e socioculturali complesse. La guida sotto effetto di stupefacenti può voler essere il desiderio di andare oltre i propri limiti, ma al contempo un richiamo di attenzioni, segno di un disagio giovanile”.
– foto xm3/Italpress –
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