E’ morto, in un grave incidente nautico avvenuto nella tarda serata di ieri a Venezia, il pluricampione di Motonautica Fabio Buzzi. In località Lunata la sua barca offshore si è schiantata contro una diga. Morte altri due piloti, ferita un’altra persona, Mario Invernizzi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, la Guardia Costiera e i Vigili del Fuoco. Fabio Buzzi stava cercando di battere il record, che lui stesso deteneva, sul percorso Montecarlo-Venezia. A confermarne il decesso, Giampaolo Montavoci, coordinatore responsabile settore endurance e Offshore della Federazione Motonautica, che su Facebook ha scritto: “La barca di Fabio Buzzi all’arrivo del tentativo di record Montecarlo Venezia si è schiantata contro la diga al Lido di Venezia ed è morto, insieme a due piloti. Ferito Mario Invernizzi”.
Secondo le ricostruzioni dell’incidente, proprio vicino all’arrivo, con i cronometristi ad attenderlo, Buzzi si è schiantato violentemente contro la diga di San Nicoletto, in località Lunata. Aveva 76 anni. Progettista e pilota, è stato campione del mondo di motonautica e presidente della Commissione nazionale offshore e endurance. Nato a Lecco nel 1943, Buzzi ha realizzato il suo primo scafo da corsa nel 1974 chiamandolo Mostro ed è con questo che conquistò nel 1978 il record mondiale della classe S.4 alla velocità di 176,676 km/h.
“E’ una giornata molto triste”. Il presidente della Federazione Italiana Motonautica, Vincenzo Iaconianni, piange le morti di Fabio Buzzi e Luca Nicolini, rimasti vittime dello schianto con il loro scafo offshore contro una diga, in località Lunata. L’incidente è costato la vita anche di una terza persona ed il ferimento del pilota Mario Invernizzi, unico sopravvissuto. Il primo ricordo è di Buzzi, classe 1943, che stava cercando di battere il record, che lui stesso deteneva, sul percorso Montecarlo-Venezia. “E’ sempre stato un grande personaggio – ha detto all’ITALPRESS il numero uno della Fim – Un grandissimo tecnico che ha segnato la storia della motonautica mondiale nel secondo dopoguerra. Ha iniziato a progettare negli anni sessanta, è stato un costruttore sempre di successo e un pilota di valore: avrebbe potuto dare ancora molto alla nautica mondiale in generale”.
Un pensiero commosso anche per Nicolini: “Un grandissimo campione, anche lui costruttore di nautica, una persona estremamente amabile e di grande competenza. Era un pilota di classe uno, veniva ingaggiato dai team come un professionista”. Iaconianni prova a ricostruire anche quanto accaduto: “E’ da ieri notte che stiamo cercando di capire, credo siano state una serie di concause: il buio, la stanchezza, il calo di adrenalina, un momento di distrazione. E a quelle velocità è facile passare dall’acqua a colpire un ostacolo fisso come una diga. Ci si chiede come Buzzi, che era alla guida e non era certo un novellino, non lo abbia visto. Probabilmente – ha concluso – non lo sapremo mai”.