In Tunisia si vota per le elezioni presidenziali

TUNISI (TUNISIA) (ITALPRESS/MNA) – Quasi 10 milioni di tunisini si recano oggi alle urne per un voto in cui gli osservatori politici affermano che il presidente in carica Kais Saied, 61 anni, è pronto per la prossima vittoria in quello che molti hanno considerato un arretramento dei diritti e delle libertà mentre molti dei suoi critici sono dietro le sbarre, in aumento critiche in Tunisia e all’estero.
Saied, un docente di diritto poco conosciuto, è salito al potere nel 2019. Tuttavia, nel 2021, ha organizzato una travolgente presa di potere, incarcerando molti dei suoi critici. Ha sciolto il parlamento a guida islamista e l’anno successivo ha riscritto la costituzione. Gli esperti politici considerano questo come un grande passo indietro per la Tunisia, un paese che a lungo si è vantato di aver dato i natali alle rivolte della Primavera Araba del 2011. Non ci sono state manifestazioni elettorali o dibattiti pubblici e quasi tutti i manifesti elettorali nelle strade cittadine raffiguravano Saied.
A quattordici candidati è stato impedito di partecipare alla corsa, dopo che gli organizzatori elettorali hanno stabilito, tra gli altri accusi, di non aver fornito sufficienti firme di appoggio. Alcuni sono stati incarcerati dopo essere stati giudicati colpevoli di falsificazione di firme.
Tra le figure dell’opposizione incarcerate figura Rached Ghannouchi, capo del partito di opposizione di ispirazione islamica Ennahdha, che ha dominato la politica tunesina dopo la rivoluzione. E’ detenuto anche Abir Moussi, capo del Partito Destouriano Libero, che i critici accusano di voler riportare il regime deposto.
Il risultato è stato che Saied deve affrontare solo due sfidanti, uno di loro, l’ex parlamentare Zouhair Maghzaoui, un sostenitore della presa del potere del presidente nel 2021 che “rimane associato” a lui.
Il secondo sfidante, Ayachi Zammel, è anche lui un ex parlamentare e guida un piccolo partito liberale. La sua candidatura è stata approvata dagli organizzatori elettorali poco prima che fosse accusato e successivamente condannato per aver falsificato l’appoggio degli elettori. Attualmente rischia più di 12 anni di carcere. La pena detentiva non incide sulla sua candidatura.
L’outsider politico ha vinto con una valanga di voti, con il 73% dei voti in un secondo turno che ha visto un’affluenza alle urne del 58%. Aveva condotto una campagna su una piattaforma di governo forte dopo quasi un decennio di stallo tra il blocco islamico e quello laico a partire dalla rivoluzione del 2011.
I risultati finali delle elezioni presidenziali saranno annunciati al più tardi il 9 novembre. La Tunisia tiene le elezioni presidenziali ogni cinque anni e Saied è presidente dalla sua elezione nel 2019.
L’economia del paese ha faticato a trovare stabilità, e le lotte politiche interne, il terrorismo e la violenza hanno ostacolato il progresso. La disoccupazione è al 16%, tra le più alte della regione, e molti giovani del paese faticano a trovare lavoro.
La Tunisia dipende ancora da finanziatori internazionali come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l’UE, con debiti per oltre 9 miliardi di dollari. Le trattative per un pacchetto di salvataggio da 1,9 miliardi di dollari da parte del FMI sono in fase di stallo, poichè Saied si rifiuta di attuare le riforme richieste, in particolare quelle impopolari, come il taglio dei sussidi sui beni essenziali.
La situazione economica del paese ha spinto un numero crescente di tunisini a rischiare la vita in viaggi pericolosi verso l’Europa. Mentre molti tunisini fuggono, il paese serve anche da punto di transito per i migranti dell’Africa sub-sahariana che cercano di raggiungere l’Europa. Il governo di Saied ha risposto con dure politiche anti-migranti, deportando molti e smantellando campi improvvisati.
Sulla scena internazionale, Saied ha pubblicamente resistito alle pressioni dell’Europa affinchè agisse come “guardia di frontiera” per i migranti che attraversano il Mediterraneo, nonostante gli accordi di cooperazione sulla gestione della migrazione.
La Tunisia ha inoltre rafforzato i legami con l’Iran e la Cina, garantendo investimenti per progetti infrastrutturali. Tuttavia, i paesi europei rimangono i principali partner commerciali della Tunisia e l’amministrazione Saied continua a impegnarsi diplomaticamente con l’Europa.
– foto Ipa –
(ITALPRESS).

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