FIRENZE (ITALPRESS) – Volontariato e no-profit al centro della seduta di quest’oggi della commissione Sanità del Consiglio regionale toscano, presieduta da Stefano Scaramelli (Iv). La Commissione è tornata a riunirsi fisicamente a palazzo del Pegaso, dopo i mesi di lock-down dove ha comunque proseguito regolarmente la sua attività in videoconferenza. Il lavoro si è incentrato sulla proposta di legge di Giunta regionale “Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore”; dopo aver ascoltato nei mesi scorsi tutti gli addetti ai lavori ed avere raccolto gli input elaborando un nuovo testo, adesso, come ha spiegato Scaramelli, la tabella di marcia prevede la presentazione entro dieci giorni degli emendamenti per arrivare alla discussione e alla votazione finale in Commissione entro la fine di giugno.
L’atto ha lo scopo di adeguare la disciplina regionale a quella nazionale, dopo l’approvazione nel 2017 del Codice del terzo settore. Come ha ricordato il presidente, “l’obiettivo è quello di promuovere e sostenere gli enti del terzo settore e le altre formazioni sociali, coinvolgendoli in tutto il processo decisionale”. In particolare si rende sistematica la collaborazione tra questi enti e la pubblica amministrazione, prevedendo regole precise riguardo alla co-programmazione e alla co-progettazione. La proposta di legge prevede anche che le pubbliche amministrazioni possano stabilire diverse agevolazioni per il terzo settore, come la concessione per un massimo di trenta anni di beni mobili e immobili, l’utilizzazione non onerosa di beni per iniziative temporanee per attività di interesse generale, forme speciali di partenariato. “Si tratta di un atto che si inserisce nella scia della legge sul terzo settore e vuole offrire opportunità a realtà il cui apporto è prezioso – ha ricordato Scaramelli – puntando anche a renderli soggetti istituzionali nella fase di progettazione”.
Mentre la necessità di ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni è stata richiesta da vari consiglieri, alcune perplessità sono state espresse da Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) e da Andrea Quartini (M5S). Per il primo con l’introduzione della co-programmazione “si rischia un conflitto di interessi”; per il secondo il rischio è che solo le realtà più grosse “possano avere l’apparato burocratico per risultare credibili in questa fase, e quindi le piccole sarebbero penalizzate”.
(ITALPRESS).
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