In Sicilia condanne Corte dei Conti per 17,4 milioni, carenza magistrati

PALERMO (ITALPRESS) – Nel 2022, la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Sicilia ha emesso 901 sentenze, di cui 104 quelle in materia di responsabilità amministrativa nei confronti di 301 convenuti amministratori, dipendenti pubblici o soggetti privati legati da un rapporto di servizio con la pubblica amministrazione, e ha pronunciato condanne per un totale di 17,4 milioni di euro. Sono alcuni dei dati illustrati dal presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia, Vincenzo Lo Presti, durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2023, che si è svolta stamattina allo Steri di Palermo. Un risultato raggiunto, ha sottolineato Lo Presti, nonostante un deficit dell’organico del 27%.
“Per favorire la ripresa economica del Paese, occorre assicurare la rapidità dell’azione amministrativa che, però, non può prescindere da un adeguato ed efficace sistema di controllo, anche giurisdizionale, pena un non efficace impiego delle risorse disponibili e lo sviamento delle stesse dalle loro finalità pubbliche, il che andrebbe principalmente a detrimento delle fasce più deboli della popolazione”, ha detto Lo Presti.
“E’ importante spendere bene le poche risorse disponibili, perchè le risorse non bastano a soddisfare tutte le esigenze. Quindi, bisogna amministrarle in maniera tale da farle affluire preferibilmente nei confronti di chi ne ha più bisogno, ovvero la parte più debole della popolazione. Ma per svolgere questa attivita di gestione è importante non solo la celerità nella spesa di denaro pubblico, ma anche che questo avvenga in maniera oculata. Da qui nasce l’esigenza di un sistema di controllo che si affianchi all’amministrazione attiva per garantire: da un lato l’assoluto rispetto delle leggi che regolano l’attività amministrativa, dall’altro lato il rispetto dei principi di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza nella impiego delle risorse pubbliche”.
Anche il procuratore regionale, Pino Zingale, lancia l’allarme della carenza d’organico negli uffici, che si attesta “sulla soglia critica del 42 per cento”.
Avverte gli enti locali siciliani “a gestire e spendere bene le risorse del Pnrr”, Zingale. “Ammonta a 72,84 miliardi di euro il totale delle risorse finora assegnate in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Circa il 10% di queste andranno alla Sicilia. Importi rilevantissimi che, oltre ad attrarre, come è quasi naturale, l’interesse della criminalità organizzata, potrebbero anche fallire l’obiettivo se non tempestivamente impiegati, attesi i termini rigorosi imposti dall’Unione Europea per il loro concreto utilizzo”. Zingale, quindi, avverte che “a tal riguardo è necessario che le varie amministrazioni si sappiano attrezzare adeguatamente dal punto di vista operativo e delle risorse umane e professionali dedicate, evitando di accampare la ricorrente giustificazione della paura della firma che, in presenza dell’attuale disciplina, che prevede la perseguibilità dei danni erariali solo in caso di dolo, dovrebbe stimolare al fare piuttosto che all’inerzia”.
“Sono convinto che la cosiddetta paura della firma, sia piuttosto ‘fugà dalla firma, cioè timore o più spesso incapacità di assumersi responsabilità, una incapacità alle cui radici bisognerebbe andare”.
Il procuratore ha snocciolato i numeri dell’attività della Procura: “Abbiamo avuto 55 istruttorie in tema di contributi pubblici, rappresentanti il 5% del totale, 22 in tema di contrattualistica pubblica, rappresentanti il 2% del totale, 91 in tema di reati contro la pubblica amministrazione, rappresentanti il 9% del totale”. “Gran parte delle istruttorie rimanenti si riferiscono, poi, a debiti fuori bilancio (10%) e giudizi di equa riparazione (23%), mala sanità (6%), gestione del personale (5%), l’illecita percezione del reddito di cittadinanza (3%), sui quali, però, oltre a perseguire l’indebito percettore occorrerà approfondire eventuali profili di omesso controllo e vigilanza da parte dei soggetti preposti a tale attività”, ha sottolineato Zingale.
Per quanto riguarda “i giudizi attivati nel 2022, invece, ne sono stati incardinati 37 in materia di indebita percezione di contributi pubblici, per un totale di 8.514.665,50 euro, rappresentanti il 45% del totale, 8 in materia di reati contro la pubblica amministrazione, per un totale di 512.466,27 euro, rappresentanti il 9% del totale”.
La procura ha, poi, depositato “88 inviti a dedurre, per un importo complessivo di presunto danno erariale di oltre 60 milioni, rispetto ai 107 del 2021.
Ammontano poi a quasi 3 milioni le somme recuperate nel 2022 in fase di esecuzione delle sentenze di condanna e a poco più di 8,236 su ordinanze di condanna.
Il procuratore si dice, comunque, soddisfatto del lavoro svolto, nonostante la carenza di magistrati contabili: “Sebbene l’Ufficio nel 2022 continui a dover registrare una sensibile scopertura di organico di magistrati (42%) e la quasi totalità dei magistrati abbia pochi anni di servizio, risultano sostanzialmente raggiunti gli obiettivi programmatici organizzativi e di produttività quantitativa e qualitativa prefissatisi”.
Le citazioni depositate sono passate da 100 a 82 e, in ogni caso, a livello nazionale, i risultati raggiunti nel 2022 dalla Procura siciliana appaiono meritevoli di considerazione, non solo su un piano numerico ma anche qualitativo. A fronte di 10.790 segnalazioni di danno pervenute nel 2022, sono state aperte 1.032 istruttorie.
Infine, una tirata d’orecchi alle Università. “Probabilmente gli Atenei dovrebbero meglio calibrare l’offerta formativa per coloro che intendessero proiettare il proprio interesse lavorativo nei settori elettivi della magistratura contabile, a fronte di una materia, quella della contabilità pubblica, e di una magistratura, quella contabile, rispettivamente sempre più complessa e trasversale, la prima, e molto più diversificata nei suoi compiti e nel bagaglio professionale richiesto, la seconda”.
Il procuratore conclude la sua relazione con una frase di Otto von Bismarck, valevole per Magistrati, Avvocati, pubblici dipendenti e rappresentanti delle istituzioni: “Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari le buone leggi non servono a niente”.

– foto: xd6/Italpress

(ITALPRESS).

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